«Abbiamo impiegato un sistema basato sulla coesione, sulle diverse esperienze di carabinieri “maturi”. Il nostro obiettivo era lavorare secondo il principio pro iustitia et veritate». Così a “Quarto Grado” – in collegamento telefonico – il Colonnello Fabio Federici, comandante dei carabinieri di Asti, a capo delle indagini che ieri hanno portato all’arresto di Michele Buoninconti per l’omicidio della moglie Elena Ceste. «Ieri non abbiamo ammanettato Michele Buoninconti», prosegue il colonnello. «Abbiamo mantenuto un comportamento di grande rispetto perché avevamo di fronte un papà con quattro bambini. Abbiamo notificato lo stato d’arresto e lui si è chiuso nel silenzio. Durante tutta l’indagine, il nostro punto di riferimento erano questi quattro figli. Abbiamo cercato di essere sempre garbati e rispettosi nei confronti dei bambini, anche perché all’inizio l’ipotesi era che si trattasse di una madre scomparsa. Molte attività di questa indagine sono state svolte con grande accortezza, spesso quando i bambini non erano in casa, come il giorno dell’arresto». «Riteniamo plausibile che Michele abbia fatto in modo di depistare l’inchiesta», conclude infine Federici.