A pochi giorni dalla vittoria elettorale su Giorgio Galvagno, Fabrizio Brignolo incontra la redazione di Gazzetta d’Asti per un’intervista multimediale a tutto campo. Il neo sindaco non si è sottratto ad analisi elettorali e domande su alleanze, governo del presente, prospettive future della città, sollecitato dal nostro caporedattore Enzo Armando e dai nostri giornalisti Stella Palermitani, Michele Cascioli, Alex Macinante e Massimiliano Bianco. Qualche naturale reticenza solo sulla composizione della giunta, il primo scoglio per ogni neo sindaco, che proprio in questi giorni vive i suoi momenti più delicati.
Lei ha messo al centro della sua campagna elettorale il lavoro, quale sarà il suo primo atto su questo versante?
C’è tanto da fare, ma bisogna essere concreti subito. Appena insediato convocherò le associazioni dei proprietari di immobili per proporre loro una seconda agenzia della casa, dedicata alle locazioni commerciali e produttive. Come per quelle residenziali abbiamo in mente sgravi Imu e fondi di garanzia sui canoni insoluti per chi accetta di affittare a canoni inferiori al mercato. E poi indiremo subito una gara per una rete di teleriscaldamento in modo da proporre alle aziende astigiane energia a prezzi più contenuti.
Le difficoltà economiche e sociali impongono scelte coraggiose e strategiche. Qualche idea dirompente per far ripartire la città?
Innanzitutto devo dare una brutta notizia: abbiamo controllato, il tesoretto di cento milioni che ci aveva annunciato Galvagno non c’è, ma forse gli astigiani l’avevano già capito, visto come sono andate le elezioni! Non ci sono “ideane” che possono ribaltare la situazione, è finita l’epoca delle grandi opere, piuttosto ci sono tanti piccoli interventi da fare, per rilanciare gli investimenti, per dare il senso del cambio di marcia. Sono convinto ad esempio che occorra puntare sull’economia della conoscenza, non solo sui beni materiali. A cosa servono tanti capannoni, se non ci sono le idee, i progetti per riempirli? Penso alla nostra filiera di studi per l’enologia: l’Istituto sperimentale, i corsi di laurea triennale, la scuola agraria, il distretto canellese delle macchine agricole. Asti è il territorio ideale per ospitare la scuola di alta specializzazione, che però sembra destinata a Conegliano. E dire che fino a pochi anni fa eravamo in vantaggio, ma il disinteresse delle nostre istituzioni ci ha fortemente danneggiato. Lavoreremo a fondo per recuperare il tempo perso.
Parliamo della Tangenziale sud ovest? Nella vostra coalizione c’è Giorgio Caracciolo, che è stato portavoce del comitato contro la TSO e la giunta Galvagno non era certo contraria…
La TSO è il classico progetto che si presta a interpretazioni trasversali. Anche la giunta Galvagno ha abbandonato le velleità autostradali che ai tempi dell’amministrazione Voglino avevamo fortemente contrastato. Da parte nostra ci impegneremo al massimo per migliorare il progetto che ora giace presso il ministero dell’ambiente e che presto dovrà tornare alla conferenza dei servizi in Regione. Il progetto su cui si discute ora è un ibrido inutile: tramontate fortunatamente le quattro corsie, che costavano tanto, avevano un impatto ambientale mostruoso e non servivano a nulla, è rimasto un tracciato a due corsie, slegato dalla viabilità cittadina, che continua però a bucare una collina. Secondo noi serve invece un percorso più vicino alla città, meno impattante, che serva anche a sgravare il traffico della zona ovest.
L’intervista completa al neo sindaco Brignolo si potrà leggere nell’edizione della Gazzetta d’Asti in edicola domani, venerdì 25 maggio.
Massimiliano Bianco