Il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, ha partecipato ieri pomeriggio, venerdì 21 settembre, alla riunione del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Piemonte, l’organo deputato, secondo la normativa vigente, a formulare la proposta di riordino delle Province. Il sindaco ha illustrato all’assemblea l’ordine del giorno approvato a larga maggioranza lo scorso 7 luglio dal Consiglio Comunale di Asti, che contesta la procedura adottata e contesta la preventivata soppressione della Provincia di Asti. Brignolo ha illustrato anche l’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio Provinciale, che ha proposto “la formazione di una nuova aggregazione provinciale … che tenga conto degli attuali confini della Provincia di Asti e delle aree di Alba, Bra, Casale Monferrato, Acqui Terme, Chivasso, Chieri, così da costituire un territorio geomorfologicamente omogeneo, volto in particolare alla valorizzazione delle sue peculiarità agricole, economico-produttive, turistiche, in collegamento con l’areale storico-culturale di Langhe Roero e Monferrato”. Il sindaco ha inoltre sostenuto, al pari della presidente della Provincia di Asti Maria Teresa Armosino e di molti altri sindaci e presidenti, la richiesta di impugnare avanti alla Corte Costituzionale il Decreto Legge che ha previsto il riordino delle Province, con una procedura che ignora completamente le volontà dei territori interessati, nonché la richiesta di modificare il sistema elettorale che, così come previsto, declassa le Province a organismo di secondo livello. Il sindaco di Asti ha inoltre richiesto che il Consiglio delle Autonomie Locali prenda espressa posizione, non solo sui confini geografici delle nuove province, ma anche sulla distribuzione degli uffici e dei servizi e sulla denominazione da attribuire alle nuove istituzioni. Poiché “il nome Asti è identificativo nel mondo di numerosi prodotti diffusi a livello mondiale con riferimento al settore agroalimentare” il sindaco ha chiesto ufficialmente “che il nome Asti e il nome degli altri centri urbani che sono identificativi di produzioni rinomate, presenti nell’ambito della provincia così come sarà riordinata, compaiano nella denominazione della stessa”. Il sindaco ha inoltre ricordato che “una equilibrata distribuzione sul territorio degli uffici e dei servizi (sia quelli erogati dalla Provincia, che dalla Regione e dalle articolazioni periferiche dello Stato) è presupposto indispensabile per una adeguata risposta alle esigenze dei cittadini e per la reale efficacia degli stessi” ed ha pertanto formalmente chiesto che nel progetto di riordino sia precisato che “gli uffici e le sedi operative relativi alle competenze provinciali, regionali e statali, dovranno essere distribuiti in maniera equilibrata tra i principali centri urbani della provincia così come riordinata, evitando la concentrazione degli stessi nel capoluogo”. Gli ordini del giorno di Comune e Provincia, così come la lettera accompagnatoria del sindaco, contenente le richieste integrative relative alla denominazione e alla distribuzione dei servizi nell’ambito delle nuove Province, sono stati assunti agli atti della Conferenza, che ha anche approvato la proposta di ricorso avanti alla Corte Costituzionale, per far valere l’ illegittimità del decreto che ha disposto la riorganizzazione delle Province. Sugli altri temi chiave (proposta dei nuovi confini amministrativi, denominazione e servizi) l’assemblea si è aggiornata al 3 ottobre.