Un piano economico ragionato sull’applicazione dell’Imu per gli immobili del Comune di Asti all’insegna dell’ “equità”. Il sindaco Fabrizio Brignolo ci aveva anticipato questa intenzione, in un’intervista di poche settimane fa. “Cercheremo di usare la limitata leva fiscale che è nel nostro dominio (costituita essenzialmente dall’Imu e dall’addizionale IRPEF) per sviluppare politiche di incentivo all’economia e alla soluzione di problemi sociali. Stiamo mettendo a punto un meccanismo sull’Imu che incentivi ad aderire alla locazione a canoni calmierati sia nel settore dell’abitazione civile sia nella locazione di immobili per attività commerciali o artigianali: praticheremo degli sconti ai proprietari che anziché lasciare immobili sfitti aderiscono a questo sistema di convenzione”. Detto fatto: ieri sono stati presentati nel dettaglio i rivolti della manovra approvata dalla Giunta in attesa di essere discussa nel prossimo consiglio comunale. Resta invariata l’Imu sulla prima casa (0,4%), l’azione si concentra invece sulle seconde case, con alcune proposte per ridurre l’aliquota: un’Imu selettiva per incentivare il mercato degli affitti e l’economia locale. L’imposta passa infatti dallo 0,76% allo 0,46 per chi accetterà di dare in affitto la seconda casa a prezzo calmierato tramite l’agenzia comunale; chi invece la affitterà a canone libero o la lascerà sfitta avrà un aumento di imposta dello 0,14%. Discorso analogo per la locazione di fabbricati a uso commerciale o artigianale: se l’immobile verrà affittato a prezzi calmierati l’imposta scenderà allo 0,66% . Si cercherà di incentivare il piccolo commercio contro la media e grande distribuzione, infatti sui fabbricati destinati al commercio al dettaglio con superfici di vendita superiori ai 250 mq (gradi supermercati) l’Imu passerà dallo 0,76% all’1,06. Un fondo di solidarietà verrà costruito grazie a una tassa richiesta sui grandi patrimoni (chi possiede cinque immobili, oltre la prima casa), pari allo 0,16%. L’Imu sarà abbassata per chi vive in casa di riposo o in istituti di cura (0,36%) o in cooperative di affitto (0,30%), mentre verrà maggiorata per le banche (0,3%).