Nei giorni scorsi ho seguito con interesse, in diretta streaming nazionale, l’annunciato evento “Nel laboratorio di Giuseppe. I giovani e il lavoro tra paura e speranza” in programma in occasione della festa del 1° Maggio e nell’ambito dell’anno pastorale che Papa Francesco ha dedicato alla figura di san Giuseppe, artigiano e lavoratore. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione “San Giuseppe Imprenditore”, dagli “Oblati di San Giuseppe”, dai “Giuseppini del Murialdo” e dalla “Federazione delle Suore di San Giuseppe” e in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte.
Particolarmente pregnanti alcuni interventi come quello di don Bruno Bignami, direttore nazionale della Pastorale Sociale e del Lavoro della Cei, che ha invitato i responsabili ad un “cambio di paradigma della formazione, ad un progetto nuovo della società, a riprendere in mano la tessitura della cultura” e i giovani “a guardare al futuro con speranza e fiducia” preannunciando la 49^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre. E sul palco del “Collegio Artigianelli” di Torino, “Casa” di San Leonardo Murialdo fino alla morte, a due o tre isolati da Valdocco, “Casa” di San Giovanni Bosco, sale poi Andrea, 22 anni, che racconta il suo percorso scolastico, reso difficile dal bullismo, in un Istituto Tecnico, e l’incontro poi con la realtà positiva degli “Artigianelli”. Altri studenti intervengono dal Teatro Oratorio San Paolo di Roma come Desirèe che si chiede cosa avverrà finiti gli studi, e Agostino, 17 anni, dall’Opera San Giuseppe di Lucera (FG), che afferma che i giovani hanno più paura che speranza. “Il futuro, ci dicono, è nelle vostre mani. Ma io aggiungo, non nel nostro territorio”.
Segue l’intervento veramente magistrale di Mauro Magatti, economista, sociologo dell’Università Cattolica, studioso di città e periferie, che esordisce ricordando i progressi ma anche i problemi collegati “ad un mondo andato avanti fin troppo”. L’invito rivolto ai giovani, futuri lavoratori, è di non pensare solo al lavoro come mezzo per “portare a casa il salario ma per costruire un mondo migliore”. “In questi giorni si sente parlare, dice, di sostenibilità e di cambiamento con miliardi posti in gioco ma importante è che davvero nessuno resti indietro. Anche la digitalizzazione è un grande sforzoche ci attende nei prossimi anni con esito per ora ancora incerto a meno che non si operi uniti. Ma come dovete prepararvi voi giovani? Ciascuno è portatore di un desiderio di vita, benzina dell’esistenza, ma se l’energia vitale, simile ad una Ferrari lanciata, è troppo forte, occorre saperla governare, non solo rivolgerla al consumismo, piuttosto indirizzarla al lavoro visto non solo come fatica o dovere ma piuttosto come strada da percorrere. E quali passi compiere? Coltivare le proprie capacità prima nello studio, scoprendo i propri talenti con pazienza e costanza, fare esperienza attraverso stage, volontariato non solo sui libri, cercare un senso da dare al lavoro ricordando che si fa insieme agli altri che devono essere rispettati ma che vi devono rispettare. Compirete appieno, conclude, il senso del lavoro solo se saprete passare ad altri il concetto che è proprio il lavoro che ci fa legare ai nostri simili senza ingiustizie, precarietà”.
A seguire l’energia vitale che sprigiona, con le tante iniziative in campo, Enza Famulare, psicologa del Centro Diurno socioeducativo “Il Nuovo Volo” sorto nel Comune di Bolano in provincia di Spezia e gestito dalla Cooperativa “Lindbergh”. La dott.ssa, mentre scorrono le immagini, parla dei “sogni” realizzati con i disabili divenuti protagonisti, inseriti a lavorare in una libreria, in una bottega, in un laboratorio. Ognuno ha un ruolo preciso che è in grado di ricoprire; molti di loro collaborano anche con alcune aziende, con la parrocchia. Le attività sono all’insegna dello scambio, della reciprocità. Interessante il progetto “L’ape libraia” che diffonde libri sul territorio. Spesso però “occorre vincere la ritrosia dei genitori che spaventano più che motivare e tale atteggiamento purtroppo l’hanno anche alcuni insegnanti”. Settantanove liceali hanno partecipato ai progetti, comprendendo che “non conta solo frequentare in aula ma spendersi sul campo”.
Nel corso della mattinata sono intervenuti anche rappresentanti industriali come Benedetto Delle Site, presidente nazionale Ucid, che invita i giovani a riscoprire il senso del lavoro, “non fatica odiosa, dice, non strumento per accumulare ricchezza, ma mezzo per realizzarci come persone fatte ad immagine e somiglianza di Dio avendo come protettore San Giuseppe in cui santità e lavoro si intrecciano” e sindacali come Alessio Ferraris, segretario regionale Cisl Piemonte che ha ribadito che “il destino dei giovani è il destino della nazione” e che “i denari vanno investiti e non solo spesi”. Ricordata poi da Alessio Stefanoni la mostra promossa da CNA Torino, col sostegno della locale Camera di Commercio, allestita presso il “Collegio Artigianelli” dal titolo #impresecheresistono – Artigiani VS Covid-19, il lockdown a Torino e provincia ad aprile 2020 – Volti e storie di un’Italia che non si arrende, testimonianza in trenta scatti fotografici di Virgilio Ardy di fabbriche, botteghe, negozi e centri commerciali chiusi tra il 21 aprile e il 7 maggio 2020 nel paese diventato “zona rossa”.
Segue la premiazione del concorso “Domani è un’altra impresa” che prevede, dopo due menzioni speciali per la realizzazione di interessanti video, all’ITI “Majorana” di Grugliasco e all’ENGIM SAN PAOLO di Roma, la consegna di otto borse di studio. Primi classificati con euro 300, David, degli “Artigianelli” di Torino, con “Non fermarvi nella vostra vita” per la sezione elaborati creativi e Alessio, di un Istituto di Casale Monferrato, con “Ritorno al futuro – Futuro esperienze del presente” per gli elaborati grafici.
In chiusura “tre saluti speciali”. Don Tullio Locatelli, Superiore Generale dei Giuseppini del Murialdo, ripropone uno dei temi della “Patris Corde” con San Giuseppe “padre del coraggio creativo” al quale devono ispirarsi i giovani nel loro cammino per “un domani ricco di realizzazione umana e cristiana”. Facendo suo l’invito dell’angelo “Non temere, Giuseppe” il Superiore Generale degli Oblati di San Giuseppe, padre Jan Pelczarski, sprona poi i giovani, ai quali assicura la sua preghiera, “ad aprirsi alle sorprese di Dio”. E a Madre Petra Urietti, Presidente della Federazione Istituto San Giuseppe, la conclusione della ricca mattinata inviando un saluto, dice, “dalla foresta dei pigmei della Repubblica Centrafricana”, con l’invito a “lavorare con entusiasmo, tenacia, impegnandosi per un mondo giusto, non cessando di vivere appieno ogni giorno”.
Patrizia Porcellana