È qualcosa di più di un grido di dolore, è un appello accorato, quello lanciato nelle scorse settimane dagli agricoltori astigiani contro la devastazione provocata dai cinghiali e dalla fauna selvatica in generale. È così che i vertici di Coldiretti Asti hanno tradotto l’estremo disagio del mondo agricolo in una lettera appello inviata nei giorni scorsi a tutti i Sindaci.
Iniziativa seguita anche da tutte le altre federazioni provinciali Coldiretti del Piemonte che ha già coinvolto oltre mille sindaci che si sono attivati in tutta la regione, compresi i primi cittadini dell’Astigiano.
“Un lavoro sinergico – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – che stiamo portando avanti insieme alle nostre strutture ed ai sindaci che, appunto, vivono direttamente la problematica della fauna selvatica con i numeri sempre in crescita tanto da generare, ormai da troppo tempo, gravi problemi ambientali, di pubblica sicurezza e di ordine sanitario. La situazione è insostenibile, sotto tutti i punti di vista, per il territorio ed è partita, dunque, una vera e propria mobilitazione poiché, dopo trent’anni di denunce, bisogna agire in modo concreto sul contenimento dei numeri».
«Ridurre la popolazione dei cinghiali – rileva il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – è la priorità rispetto anche alla diffusione di malattie infettive batteriche all’uomo oltre che della Peste suina africana che rappresenta un elevato rischio per il nostro patrimonio suinicolo e per l’intera filiera collegata. Ribadiamo l’urgenza ad intervenire, quindi, con un approccio integrato, un pacchetto di azioni che se da un lato deve agire sulla riduzione sia numerica, che spaziale, dall’altro deve concretizzarsi in provvedimenti che possano consentire anche ai sindaci l’adozione di ordinanze di emergenza per autorizzare misure straordinarie di contenimento».
«È il momento di agire e che tutti facciano veramente la loro parte – conclude Furia -, bisogna fare presto e intervenire con decisione».