Il Nucleo P.E.F. di Asti, al termine di indagini delegate dal Pm D.Lucignani della Procura della Repubblica di Asti, ha tratto in arresto due imprenditori veronesi, S.G. e O. I. rispettivamente di 65 e 66 anni, perché gravemente indiziati dei delitti di bancarotta fallimentare aggravata, falso in bilancio e emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
I due arrestati, dopo aver rilevato un’importante industria di prodotti dolciari astigiana, dichiarata fallita dal locale Tribunale nel 2011, costituivano una serie di società, succedutesi nel tempo, alle quali venivano in maniera fraudolenta ceduti gli impianti e i macchinari di maggior valore commerciale, per evitare che venissero aggrediti dai creditori privati e dall’Erario; creando un deficit fallimentare pari a complessivi 3.197.654 euro.
Lo svuotamento della società prossima all’insolvenza ed il trasferimento delle ricchezze ad una nuova società, peraltro senza alcun esborso monetario poiché gli assets venivano ceduti a titolo gratuito, si accompagnava alla distruzione della documentazione contabile, alla falsificazione dei bilanci, all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare superiore a € 500.000 ed una corrispondente evasione d’imposta superiore a 260.000 euro.
Su disposizione del Gip del Tribunale di Asti Dr. Federico Belli, oltre all’esecuzione dei due arresti domiciliari, sono stati sottoposti a sequestro preventivo per equivalente un immobile residenziale in provincia di Verona, tre autovetture e i conti correnti intestati agli indagati, aventi valore stimato complessivo pari all’importo dei tributi evasi.
L’attività svolta evidenzia il costante impegno della Guardia di Finanza nel contrastare la criminalità economica e finanziaria e tutti quei fenomeni illeciti che costituiscono ostacolo alla crescita ed alla realizzazione di un mercato concorrenziale, con particolare attenzione ai reati fallimentari che, di fatto, arricchiscono chi li pone in essere a danno dei creditori e dei dipendenti, in questo caso con riflessi negativi sull’economia astigiana e piemontese.