“Scriviamo per raccontarvi una piccola storia, chiedendovi di unirvi a noi per trovare una soluzione, affinché i nostri bambini e bambine, possano continuare ad apprendere per comprendere e per essere cittadini e cittadine felici, solidali, critici, impegnati a rendere il mondo più bello e giusto”: iniziava così la lettera inviata un mese fa dal maestro Giampiero Monaca al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, ai dirigenti dell’ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca e provinciale Pierangela Dagna e alla direzione didattica del circolo a cui la scuola fa capo, Graziella Ventimiglia.
La piccola storia è quella “Bimbisvegli”, progetto nato circa 15 anni fa come stile didattico informale di insegnanti di scuola primaria pubblica, formalizzato nel 2015 dall’allora dirigente all’Ufficio scolastico provinciale e all’assessorato all’istruzione, è stato accolto per alcuni anni tra i progetti del V circolo di Asti e praticato nella scuola elementare di Serravalle.
“Da due anni, a seguito di disguidi burocratici, è tornato a essere uno stile didattico personale degli insegnanti” si leggeva nella lettera. Eppure nel tempo questa metodologia è stata studiata e legittimata: quattro tesi di laurea ne danno conto, è stata presentata in seminari e conferenze pubbliche, ha riscosso interesse da parte del movimento “Piccole Scuole” di Indire (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), è apparsa in pubblicazioni scientifiche, telegiornali nazionali, trasmissioni televisive e documentari su pedagogia innovativa, diventando anche oggetto di ricerca da parte dell’Università di Macerata.
Ventimiglia preferisce non commentare. In attesa di risposte, Monaca ha iniziato uno sciopero della fame che dura da ormai tre settimane. Dalla sua i consiglieri di minoranza, che hanno presentato un’interpellanza urgente al sindaco di Asti Maurizio Rasero per chiedergli “di farsi interprete delle istanze della comunità di Serravalle, rispetto al diritto al proseguimento del progetto, nelle sedi istituzionali (scolastiche, regionali e ministeriali)”. Il capogruppo Leu alla Camera dei Deputati Federico Fornaro si è rivolto al ministro dell’Istruzione, ricordando che all’arrivo del maestro Monaca a Serravalle, nel 2017, c’erano 21 iscritti, e oggi ce ne sono 53, mentre sono già 63 le iscrizioni registrate per il prossimo anno scolastico. 43 sono le famiglie che hanno firmato una lettera al dirigente dell’Ufficio scolastico Regionale Fabrizio Manca: “Consapevoli che il progetto sia completamente in linea con le indicazioni nazionali del Curricolo – dicono – segnaliamo chiari episodi di ostruzionismo messi in atto dalla Dirigenza del V Circolo di Asti per richiedere un intervento tempestivo e concreto nell’interesse dell’istruzione e educazione sia dei nostri figli sia dei futuri alunni (…). Questa metodologia è stata scelta con consapevolezza e determinazione da tutti noi genitori, a tal punto che, alcuni di noi, sono obbligati a percorrere lunghe distanze per permettere ai loro figli di accedere a questo progetto”.