È un’estate anomala e particolare, anche per gli agricoltori dell’Astigiano. Molti si interrogano sul futuro del settore primario, del loro lavoro e dell’economia. A turbare i giusti cicli produttivi dettati dalla natura ci sono i repentini cambiamenti climatici, con grandinate e bombe d’acqua, il proliferare di insetti e animali nocivi, l’avanzare della cementificazione e la perdita delle terre coltivabili. L’ultimo caso, emblematico, denuncia Coldiretti Asti, è accaduto a Roccaverano dove i cinghiali hanno spazzolato almeno la metà di un campo di 2 ettari coltivato a triticale.
Secondo i rilevamenti di Coldiretti su dati ESWD, in Italia, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono triplicate le grandinate con una media di 11 tempeste di ghiaccio al giorno dall’inizio dell’estate. Uno studio dell’Università di New Castle, pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, denuncia che continuando così, nel 2100 il numero di alluvioni in Europa sarà 14 volte superiore a quello di oggi.
«Rischiamo di essere sfrattati dalle nostre stesse terre – denuncia il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – di dover cercare nuovi territori in cui vivere e lavorare. Per la problematica dei cinghiali, da quest’anno, è già così: molti agricoltori hanno riseminato tre volte e alla fine sono stati costretti a rinunciare alle loro colture, quindi al loro lavoro. Ormai viviamo una situazione che va oltre al danno materiale dei raccolti andati in fumo».
Purtroppo – denuncia Coldiretti Asti – questi eventi estremi, sia essi causati dal maltempo che dagli animali selvatici, aggiunti all’emergenza pandemica, stanno rivelando l’incapacità dell’uomo di dare le giuste priorità agli interventi da porre in essere. Da un lato è aumentata considerevolmente la povertà alimentare, mentre dall’altro non sono stati contenuti i prezzi dei prodotti alimentari che segnano un aumento del 33,9% rispetto allo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’avvio del pre-summit dell’Onu sui sistemi alimentari con l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi, sulla base dell’indice prezzi Fao a giugno. I cereali crescono del 33,8%, i prodotti lattiero caseari del 22% la carne del 15,6%. Significativo questo ultimo dato confrontato con il valore dei bovini di razza Piemontese rilevato domenica scorsa alla 190esima edizione della Fiera di San Desiderio a Monastero Bormida, scesi a 3,20 euro al chilogrammo.
«Sembra quasi che il mondo abbia perso la bussola – rimarca Diego Furia, direttore Coldiretti Asti -, c’è sempre più povertà e fame, ma gli alimenti continuano a rincarare, senza che il valore venga trasferito a chi li produce. E inoltre siamo costretti a ridurre le produzioni per via degli eventi estremi».
Alla luce di questo scenario, anche l’Italia è scesa in campo con la “Food Coalition”, formata da oltre 40 Paesi, che come primo atto, sulla scorta di quanto ha sviluppato Coldiretti in questi anni con la rete Campagna Amica, ha istituito la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo.
Con i piani strategici elaborati da Coldiretti insieme a Filiera Italia nell’ambito del Recovery plan, sono inoltre stati individuati progetti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni.
«Non si può più tergiversare – conclude Furia – occorre anche procedere con nuove infrastrutture per contrastare il moltiplicarsi degli eventi climatici estremi, a cominciare dai bacini di accumulo, già fatti inserire da Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi, accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, attuare tutte le politiche necessarie per salvaguardare il territorio».