La vicenda della scuola del bosco, il progetto Bimbisvegli del maestro Giampiero Monaca approda a Roma. Dopo l’autosospensione di Monaca, il capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro ha portato la vicenda al centro di una question time, dopo un’interrogazione presentata il 16 giugno scorso e rivolta proprio al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“A Serravalle, una frazione del comune di Asti, da 4 anni si attua la metodologia “Bimbisvegli”, un approccio educativo ideato da Giampiero Monaca. È un progetto di didattica outdoor, un modello di scuola aperta e diffusa, cooperativa, finalizzata alla maturazione di una coscienza critica e di cittadinanza attiva, che si avvale del supporto di un comitato scientifico e dell’Università di Macerata – ha dichiarato in aula-. Come è noto alle cronache, “Bimbisvegli” in questo momento non fa parte del piano triennale dell’offerta formativa della scuola primaria di Serravalle. Eppure, all’arrivo del maestro Monaca a Serravalle, c’erano 21 iscritti; oggi ci sarebbero 60 alunni iscritti, a patto che il progetto possa essere attuato. Nonostante uno sciopero della fame durato oltre 60 giorni e una raccolta di firme, oggi ci troviamo in una situazione di stallo. Il maestro Monaca si è autosospeso”.
E conclude: “Le chiediamo, quindi, se non ritenga utile adottare iniziative di sua competenza per salvaguardare il metodo “Bimbisvegli” inserendolo tra le realtà di valorizzazione e delle avanguardie educative pedagogiche della scuola italiana, restituendo, quindi, a questa offerta l’integrità che permetterebbe l’attuazione trasversale di questo approccio su tutte le classi. Ricordo che nel gennaio del 2021 “Bimbisvegli” è stato considerato un modello educativo da cui prendere esempio dallo stesso Ministero”.
“Grazie, onorevole Fornaro, di portare in quest’Aula questa esperienza. Ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, la sperimentazione di iniziative innovative va autorizzata – è la risposta del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Da quanto risulta a noi, allo stato attuale la Direzione generale del Ministero non è stata interpellata ad esprimere il proprio parere tecnico sul cosiddetto metodo “Bimbisvegli”; quindi la attendiamo. Le proposte relative ad esperienze innovative possono essere comunque segnalate a Indire, che è la nostra agenzia che segue e sostiene il movimento delle “Avanguardie educative”, pensato proprio per diffondere le pratiche e i modelli educativi più significativi e avanzati”.
E aggiunge: “Ciò premesso, in merito alla questione da lei segnalata, posso volentieri riferire quanto ci è stato comunicato dall’ufficio scolastico regionale del Piemonte, le lascio poi il testo ovviamente. L’esperienza didattica “Bimbisvegli”, che non appare in contrasto con l’ordinamento vigente e con i princìpi sottesi alle indicazioni nazionali, non è stata inserita dai competenti organi collegiali nel piano triennale dell’offerta formativa della scuola, passaggio necessario a rendere stabile e condivisa questa esperienza. In ogni caso, al docente – che, per inciso, io speravo di poter incontrare a Valdobbiadene, dove sono stato – è stata lasciata la libertà di adottare, nell’ambito delle proprie attività, la strategia didattica ritenuta più opportuna, così come ai colleghi la facoltà di scegliere tale movimento educativo”.
Il ministro conlude: “L’ufficio regionale del Piemonte ha, quindi, invitato la dirigente e gli organi collegiali a valutare nuovamente la possibilità di fare segnalazioni dell’iniziativa al citato movimento “Avanguardie educative” e, soprattutto, a supportare gli insegnanti che adottano tale approccio didattico a presentarlo allo stesso collegio dei docenti, corredato da una dettagliata progettazione del percorso, che ne evidenzia i traguardi di competenza per ogni classe, i criteri per la valutazione, la scansione temporale degli apprendimenti, gli accordi per le attività outdoor su fondi privati, l’approccio didattico e le modalità e le regole per la condivisione degli spazi, quindi i parametri che a noi servono. In ultimo, rispetto al docente da lei menzionato e che, come ripeto, io spero di poter incontrare direttamente a Valdobbiadene, le comunico che questi è al momento assente dal servizio per ragioni previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro”.
Fornaro ha avuto facoltà di replicare.
“Do un’interpretazione più “terra terra”, fuori dal burocratese – che c’è ancora uno spazio, c’è ancora una possibilità, e questa è una gran bella notizia. Mi lasci dire, signor Ministro, io un’interrogazione simile l’avevo presentata il 16 giugno e, probabilmente, se questa risposta fosse stata data il 16 giugno, forse avremmo evitato che una persona come Giampiero Monaca si fosse sostanzialmente autosospesa, perdendo quindi, io credo, un importante apporto. Infatti – questo vorrei sottolinearlo – in questo progetto non c’è alcun attacco alla struttura gerarchica del mondo della scuola, ai dirigenti scolastici, alle strutture provinciali e regionali”.
E conclude: “C’è un’idea di un approccio diverso di sperimentazione alternativo; dietro c’è una passione, sì, c’è anche un pizzico di utopia ma – mi sia consentito – di sana utopia, quando si parla di bambini. Io le chiedo, davvero, signor Ministro, lei ha due volte ripetuto che avrebbe volentieri incontrato il maestro Monaca a Valdobbiadene, lo inviti a Roma, lo incontri, scoprirà una persona piena di passione, una persona appassionata e intelligente. Io credo che si possa ancora salvare questa esperienza e non perdere una persona come il maestro Monaca. Quella è un’esperienza importante; attorno a lui si è creata veramente una comunità, si è creato uno spirito che, a mio giudizio, fa bene alla scuola, fa bene alla scuola di Serravalle, fa bene alla scuola in generale. Ministro, credo che questo progetto sia nelle sue mani, mi faccia sperare che sia nelle mani buone”.