Sergio Noberini, presidente della “Lele Luzzati Foundation”, è anche il curatore della mostra “Luzzati, Calvino e il concetto di levità” che verrà inaugurata domenica 31 ottobre alle 18.30 a Palazzo Ottolenghi.
L’esposizione si inserisce all’interno degli eventi in programma con il FestivaLieve che si svolgerà ad Asti dal 25 al 28 novembre e rimarrà visitabile fino al 19 dicembre, con ingresso gratuito, i venerdì dalle 15.30 alle 18; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18. E’ possibile prenotare visite in altri giorni e orari per scuole e gruppi, scrivendo a “mailto:segreteria@festivalieve.com” segreteria@festivalieve.com
Partiamo dal titolo della mostra. Quali legami ci sono tra Luzzati, Calvino e la levità?
“C’è una forte “liaison” tra la poetica eclettica di questi due grandi maestri del Novecento, vissuti nello stesso periodo e appartenenti a quell’entroterra ligure che traspare dalle loro opere, vive di quei colori e quei sapori che lì si respirano e assaporano. Luzzati diceva: “Ho giocato come Calvino giocava, perché c’è tutto un gioco nell’opera di Calvino, fra il serio e il poetico”. Entrambi rifiutavano l’accademia, a favore dell’immaginario. Come ripeteva Renzo Piano, con Luzzati non parlavi con le parole, ma con i colori, le materie. Si stava semplicemente insieme, si respirava la stessa aria. Lo stesso accadeva con Calvino che possiamo considerare “un Lele Luzzati della scrittura”. Ecco quindi il legame tra i due grandi artisti”.
Da cosa si è lasciato ispirare per l’allestimento?
“Da Luzzati stesso. Sono partito dal suo lavoro e da come lui interpretava la realtà, le opere, la musica. Lasciandomi trasportare dai suoi tratti, dai suoi colori vivi, quasi grotteschi. Luzzati non amava le mostre convenzionali, ma per lui le esposizioni dovevano essere dei cantieri, dei laboratori in cui fare esperienza. Ecco perché le sue opere diventano pretesto e ponte per aprire la mente verso altre prospettive”.
Com’è organizzata la mostra?
“Sarà un percorso a tutto campo, ma non sarà esaustiva. Luzzati era trasversale nella sua produzione e la mostra sarà un incontro con il suo modo di interpretare la musica di Rossini prima e di Mozart poi, i testi di Calvino, la realtà. Si troveranno le sue illustrazioni dei libri, i suoi film di animazione, le 30 tavole originarie, il manifesto che testimonia il primo incontro di Luzzati con Asti nel 1971 in occasione del Palio. Ci saranno anche le copertine degli Lp realizzate per Virgilio Savona del Quartetto Cetra. Verrà inoltre proiettato il documentario “L’isola di Calvino”, realizzato da Roberto Giannarelli che intervista Eugenio Scalfari, Renzo Piano, Italo Calvino e Luzzati stesso”.
Cosa devono aspettarsi i visitatori?
“Vorrei che per i visitatori non fosse un episodio, ma uno stimolo, una fonte di arricchimento. Sarà intanto un modo per mantenere viva la memoria di due protagonisti del Novecento, ambasciatori di cultura nel mondo. Se il visitatore si lascerà trasportare, vedrà che i tratti, i colori, le immagini, le parole saranno in grado di evocare emozioni e pensieri positivi. Sarà però necessario avere la giusta sensibilità per coglierli. Vorrei che questa esposizione fosse cibo per la comunità: l’arte è un percorso da fare insieme agli altri, da sperimentare e non solo da godere”.
Laura Avidano