Critica la situazione del settore vitivinicolo con i costi di produzione a carico delle cantine balzano del 12%, a causa dei rincari della bolletta energetica e di vetro, carta, sughero, legno e trasporti, questo quanto è emerso dalla Consulta vino della Coldiretti sulla base dei dati Istat sui prezzi al consumo a gennaio 2022.
“Le politiche commerciali adottate al dettaglio, con sottocosto e promozioni, non possono gravare sulle spalle dei produttori con bilanci già provati dalla crisi e dagli aumenti internazionali dei costi di produzione, confezionamento e trasporto. Una situazione insostenibile anche per il vino astigiano che – sottolinea Pier Paolo Anziano responsabile del servizio vitivinicolo di Coldiretti Asti – deve affrontare anche le difficoltà della ristorazione che rappresenta un canale privilegiato di vendita”.
Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi travolge a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore stimato in quasi 5 miliardi nel 2021 e un trend in ulteriore peggioramento con i locali deserti a causa della ripresa dei contagi nel 2022, secondo l’analisi della Coldiretti.
“In alcuni settori come quello vitivinicolo, la ristorazione – precisa Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. E’ necessario dunque un adeguamento dei listini per sostenere un settore determinante dell’agroalimentare Made in Italy che dalla vendemmia alla tavola offre opportunità di lavoro a livello nazionale a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio”.
“A preoccupare sono anche i recenti orientamenti comunitari nei confronti del vino che rischia di essere ingiustamente assimilato con l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici nell’ambito del piano europeo per la salute che sarà votato la prossima settimana dal Parlamento Europeo” – sottolinea Diego Furia Direttore Coldiretti Asti. “Il vino in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. – continua il direttore Furia – “Sono pertanto del tutto fuori luogo le misure ipotizzate come gli allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione o l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea”.
Si tratterebbe di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti.
L’equilibrio nutrizionale – concludono Reggio e Furia – va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto.