La Provincia di Asti, nonostante la scarsità di agenti messi a disposizione dalla Regione – ente titolare della funzione, di cui la Provincia è solo delegata – attua da anni coraggiose misure di contenimento della specie cinghiale che, seppur ancora insufficienti, hanno contribuito a contenerne la proliferazione. Pur nei limiti imposti dalla legge, Asti è diventato un modello riconosciuto come virtuoso per i risultati ottenuti e viene costantemente presa come riferimento per altri territori.
Con l’emergere dei primi casi di Peste Suina Africana nell’alessandrino, è stato intensificato a cadenza quindicinale il Tavolo di coordinamento, condotto dal consigliere delegato Massaglia, cui prendono parte l’ATC, l’Ente Parco, i Carabinieri Forestali, le Associazioni di categoria agricole, le Associazioni dei cacciatori ed il Servizio Veterinario dell’ASL AT, a cui va il sentito ringraziamento per l’impegno congiunto nell’individuare le azioni più rapide ed incisive da mettere in campo.
L’attacco violento ed ingeneroso mosso in data di ieri da Coldiretti Asti contro questo Ente, accusato di autorizzare attività che comportano l’utilizzo di cani liberi, peraltro dopo aver acquisito l’omologa da parte della competente organizzazione cinofila, non rende possibile il prosieguo del lavoro del Tavolo. Smentire quanto finora condiviso rivendicando fantomatici meriti per aver ottenuto dalla Regione un’ordinanza che consente la sola caccia “con cani al guinzaglio” contrasta, e non è la prima volta, con quanto sostenuto al tavolo di coordinamento. Anche solo ipotizzare che l’aumento dei danni sia imputabile alla Provincia e che il “puro divertimento di pochi” venga prima della tutela delle produzioni agricole è grave, inaccettabile ed in evidente cattiva fede per coloro che conoscono quanto fatto finora.
Dobbiamo peraltro puntualizzare che le prove cinofile sono state autorizzate al fine di poter attuare gli interventi di controllo che questa Provincia continuerà ad organizzare a difesa delle colture agricole, nel rispetto e a rafforzamento delle misure straordinarie imposte dalla PSA.
Prendiamo atto che vengono meno i requisiti di leale collaborazione con cui abbiamo impostato il nostro impegno, da sempre improntato alla concretezza e distante dalla ricerca del facile consenso.
Il Presidente Paolo Lanfranco, con rammarico, nella seduta odierna già programmata e tenutasi regolarmente, ha espresso apprezzamento per l’operato dei (pochi) operatori a disposizione dell’Ente, ha ringraziato per il lavoro svolto finora, ed ha comunicato che, in assenza di rettifiche, la Provincia d’ora in avanti limiterà la propria attività a quanto delegatole dalla Regione e previsto dalla normativa interrompendo ogni ulteriore iniziativa.
Il Presidente Lanfranco ha dichiarato: “Non è la prima volta che Coldiretti pone la ricerca di un facile consenso davanti ad una leale collaborazione finalizzata ad ottenere il risultato che tutti vogliamo: il contenimento della specie e la tutela delle colture agricole. La Provincia, al contrario, ha sempre evitato comunicazioni inutili e fuorvianti, lavorando nel silenzio con chiunque potesse dare il proprio contributo e ottenendo, per quanto possibile, i risultati concreti che ci vengono riconosciuti”.