Emergenza idrica: non solo interventi di massima urgenza dettati dall’impellenza del momento per fronteggiare il problema nell’immediato ma anche, e soprattutto, interventi strutturati sul medio e lungo periodo per mettere in sicurezza, e in efficienza, un intero sistema.
Per l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del Tavolo per l’emergenza idrica, infatti, l’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare principalmente attraverso due strategie: la riduzione delle perdite idriche, che rappresentano ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e la maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
E quello che viene messo in campo per i prossimi quattro anni è un vero e proprio “Piano Marshall per l’acqua”, relativamente al settore idropotabile.
Il Presidente della Regione Piemonte, nominato nei giorni scorsi commissario straordinario per la gestione dell’emergenza idrica, ha sottolineato che questo piano nasce da una attività che è stata avviata a livello regionale già da tempo. La situazione che stiamo vivendo è la dimostrazione che temi come quello della siccità vanno trattati con prospettiva per tempo, non solo quando si genera l’emergenza. Ed è questo il modo in cui si intende lavorare in Piemonte.
Per contrastare la dispersione idrica, infatti, ciascuno dei 6 Ato piemontesi (Ambiti territoriali ottimali, territori su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, come quello idrico) ha messo a punto strategie, programmi e interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche (tra questi, ad esempio investimenti per la distrettualizzazione delle reti, per la digitalizzazione e, più in generale per il rifacimento di alcuni tratti della rete acquedottistica) che globalmente cubano per più di 486 milioni di euro. Interventi, ha puntualizzato l’assessore, che andando al di là dell’emergenza, sono spalmati da qui al 2026, ovvero per i prossimi 4 anni.
Per quanto riguarda la dispersione idrica ci sono situazioni diversificate, che comunque complessivamente vedono i vari Ato compresi nella classe “discreta”, una classe ottima e due insufficienti; la media regionale si attesta su una percentuale di circa il 33%, una delle migliori aree territoriali a livello nazionale, sottolinea l’assessore, mentre per il nord ovest si attesta sul 31%.
Alla conferenza stampa hanno partecipato rappresentanti dei vari Ato, di Smat e Acqua Novara Vco.
“Con gli interventi di razionalizzazione digitale della gestione e la connessa riduzione delle portate tramite il finanziamento PNRR di 50 milioni di euro, Smat – ha commentato il presidente di Smat, Paolo Romano – raggiungerà entro il prossimo biennio un eccellente livello di qualità tecnica con notevole riduzione dei consumi e dei costi energetici”
“Acqua Novara.VCO – ha sottolineato Alessandro Garavaglia, Responsabile Progetti & Sostenibilità – ha iniziato già da due anni un percorso di sostenibilità che ha uno scopo preciso: sensibilizzare i portatori di interesse che ruotano attorno all’azienda poiché bisogna uscire dalle logiche di lavoro del passato e tenere presente che sono cambiate le priorità. Questo percorso permetterà di migliorare la nostra operatività passando dalla mera gestione del quotidiano ad una gestione con una visione di lungo termine”