Ruvida la pietra di lava, levigato il marmo, armonioso il talco: sono le sensazioni che il tatto di Renata Sorba, presidente di Apri Asti, ha rivelato nel riconoscere alcune rocce presenti al Museo di mineralogia Magmax.
“Un esperimento affascinante e sorprendente” ha sintetizzato al termine della visita la presidente dell’Associazione Retinopatici e Ipovedenti, la prima persona non vedente a varcare, ieri pomeriggio, la soglia del museo più piccolo d’Italia inaugurato un anno fa.
“Un’esperienza umana unica e impagabile con Renata, la riscoperta fondamentale del tatto”, il commento di Massimo Umberto Tomalino, presidente dell’Associazione Magmax, che ha invitato al Museo Renata Sorba per testare alcuni campioni particolari di rocce utilizzati in architettura: sei pietre raccolte in una speciale scatola per essere identificate dalle persone con disabilità visiva.
L’insolito cofanetto (“Toccare per sapere”), acquisito in Francia, è corredato di schede in Braille: proprio la visita di Sorba ha consentito di concordare alcuni adattamenti nel testo tattile a rilievo, da parte di Apri Asti, per facilitare ulteriormente la lettura di ipovedenti e non vedenti. E sicuramente nei mesi a venire nascerà una proficua collaborazione tra le due associazioni astigiane: l’Apri ha già proposto l’inclusione del tema mineralogico nei caffè letterari organizzati finora da ipovedenti, non vedenti e volontari del sodalizio.
Affiancato dalla vicepresidente del Magmax Francesca Busa, Tomalino ha condotto Sorba alla scoperta del Museo Astense di Geologia, Mineralogia, Arte Mineraria, Cristallografia con racconti legati a particolari oggetti, in alcuni casi vere e proprie rarità, che la presidente dell’Apri ha avuto tra le mani (come la fiala in vetro con la preziosa polvere di luna), esaminato e descritto con il tatto: gli astucci di diamanti con cui i tagliatori ebrei cercarono inutilmente di salvarsi la vita dai nazisti ad Amsterdam, un blocco di aragonite a rilievo, su cui esercitare con le dita un esame accurato, l’elmetto di un bambino usato nel lavoro in miniera. E poi la scatola delle sei rocce, dalla pietra greggia a quella scolpita, da scoprire con lentezza: “Un po’ gioco e un po’ sfida, comunque sia un grande arricchimento personale – la riflessione di Sorba – Ringrazio il Magmax che si è affidato a me per testare i materiali e per avermi accompagnata nella mineralogia regalandomi nuovi saperi e suggestioni, come quella di imbattermi, all’ingresso, nel manichino con la storica divisa della banda dei minatori”.
Anche nel Settembre Astigiano, intanto, il Magmax resterà aperto al pubblico liberamente, accedendo nella Torre Quartero da corso Alfieri 360. Si attendono naturalmente visitatori ipovedenti e non vedenti. Obbligatoria la prenotazione: 328.1698691; astimagmax@gmail.com