NurSind Asti presenta un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti. Con una segnalazione sottoscritta dai membri del direttivo territoriale del sindacato delle professioni infermieristiche, Gabriele Montana, Rosario Arrabito e Vincenzo Torchia si è voluto sottoporre all’attenzione della Corte dei Conti la questione relativa al pagamento delle somme spettanti al personale amministrativo di supporto all’attività libero-professionale intramuraria in Asl-At.
Il sindacato infermieristico, infatti, ritiene che le modalità adottate dall’Azienda Sanitaria Locale, per quanto riguarda la gestione delle passate direzioni generali, non abbiano rispettato i parametri normativi in tema di corresponsione dei trattamenti retributivi, e che la suddivisione degli importi da corrispondere al personale interessato sia stata effettuata in maniera disomogenea, in assenza di criteri oggettivi prestabiliti a cui fare riferimento.
Nonostante le continue richieste da parte del NurSind Asti, dalle passate direzioni dell’Asl-At non è mai giunto un fattivo riscontro né in occasione degli incontri (tavoli tecnici), né a seguito delle ripetute richieste di chiarimento. Proprio per tali ragioni il sindacato infermieristico ha deciso di inoltrare un esposto-segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti per chiedere un accertamento della correttezza dell’azione di A.S.L. AT e la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche.
Pertanto, in tutti questi anni ci si è trovati la maggior parte delle volte con la mancanza di individuazione di criteri che consentano di risalire ai soggetti che svolgono in concreto l’attività amministrativa di supporto, in modo tale da riservare il pagamento del compenso ad essi soltanto. Le varie determine dirigenziali della SOC Personale e Legale suddividono infatti gli importi a disposizione tra tutto il personale delle strutture dipendenti organicamente e funzionalmente dal medesimo servizio Personale e Legale, pur essendo altamente improbabile – e comunque priva di riscontri oggettivi – la circostanza che tutti gli operatori della struttura suddetta siano stati impegnati nello svolgimento di attività di supporto.
Ma non è tutto.
La distribuzione del fondo dovrebbe avvenire previa assunzione di un formale provvedimento dirigenziale che stabilisca i criteri a cui attenersi, individui le somme e definisca le strutture coinvolte nell’attività amministrativa di supporto, ma in questi anni l’Asl-At non ha attuato alcun nuovo regolamento che al riguardo ponga rimedio alle deficienze del vecchio. In questo modo è continuata a mancare l’individuazione di criteri che consentano di risalire ai soggetti che svolgono in concreto l’attività amministrativa di supporto, in modo tale da riservare il pagamento del compenso ad essi soltanto. Le determine dirigenziali della SOC Personale e Legale (a cui si è fatto prima riferimento), ad esempio, hanno sancito la suddivisione degli importi a disposizione tra tutto il personale delle strutture interessate, ma vi è da chiedersi come sia possibile che tutti gli operatori delle strutture siano stati impegnati nello svolgimento di attività di supporto. Sicuramente è molto improbabile, ma in questo modo è impossibile avere riscontri oggettivi.
E’ inoltre avvenuto che si sia continuato a corrispondere il compenso per le attività amministrative di supporto anche al personale con qualifica dirigenziale e a quello titolare di posizione organizzativa, nonostante l’art. 24 del testo unico sul pubblico impiego (D.Lgs. n. 165/2001) rubricato come “Trattamento economico”, testualmente reciti: “il trattamento economico stabilito dalla contrattazione collettiva … remunera tutte le funzioni ed i compiti attribuiti ai dirigenti … nonché qualsiasi incarico ad essi conferito dall’amministrazione presso cui prestano servizio o su designazione della stessa”. La norma fonda il principio della onnicomprensività della retribuzione dirigenziale ed è oggetto di un’interpretazione restrittiva e rigorosa che circoscrive chiaramente l’ammissibilità di ulteriori compensi spettanti ai dirigenti solo in presenza di ipotesi specifiche ed eccezionali.
Con la nuova Direzione Generale dell’Asl-At, invece, grazie anche alle ripetute richieste da parte del NurSind di Asti, si è giunti alla sottoscrizione di un nuovo regolamento che definisce le condizioni di questo fondo destinato all’attività libero professionale intramuraria: il nuovo regolamento sancisce che il 50% della somma complessiva sia erogato al personale amministrativo in supporto alla libera professione, mentre l’altra metà dei fondi sia messa a disposizione di tutti i progetti destinati ai lavoratori dell’Asl-At, questo sempre con un provvedimento che stabilisca a priori – e non successivamente come avvenuto in passato – la struttura, le quote, ecc..
Secondo il sindacato NurSind, infatti, le Direzioni Generali Asl-At che si sono susseguite dal 2013 al 2022 non hanno individuato le modalità di distribuzione del compenso riservato a tali maestranze, né specificato le modalità di acquisizione della disponibilità del personale a svolgere l’attività di supporto. Ne è derivata una mancata definizione delle strutture coinvolte nell’attività amministrativa di supporto, così come è mancata l’individuazione delle figure professionali coinvolte in tale attività e la predisposizione di un provvedimento per la distribuzione delle quote annue, con indicazione precisa degli emolumenti assegnati ad ogni dipendente.
Il risultato del deficitario sistema di ripartizione della quota (3%) del “fondo” per la libera professione intramuraria, quindi, era tale per cui si procedeva in sostanza all’individuazione degli aventi diritto al compenso e alla erogazione dello stesso, senza che fossero stati previamente definiti i criteri a cui vincolare dette decisioni, che hanno finito per integrare determinazioni aziendali di natura discrezionale, sottratte ad ogni concreta possibilità di verifica e controllo.
Non vi è stato modo quindi di verificare, sulla base di dati oggettivi e soprattutto predeterminati, se la ripartizione della quota parte del fondo spettante al personale amministrativo venisse effettuata secondo criteri di ragionevolezza ed equità.
Proprio per questo il sindacato NurSind ha deciso di portare la questione all’attenzione della Corte dei Conti, affinché venga verificata la correttezza dell’azione da parte dell’Asl-At sulla gestione di una cospicua somma di soldi pubblici destinata ai lavoratori dell’Asl-At.
Denari pubblici che anche l’utenza astigiana merita di conoscere in che modo e con quali criteri sono stati erogati.