La Gazzetta d’Asti quest’anno ha donato ai propri abbonati una bella strenna, il libro di un’esordiente, Aldo Roggero, ex dipendente della Camera di Commercio, che con la sua scrittura ammaliante ci parla dello scorrere delle stagioni passando dal Natale all’Epifania, da Carnevale a Pasqua attraverso i sapori della tavola facendoci fare un tuffo nel passato delle nostre campagne. L’opera si intitola “C’era un volta…le quattro stagioni” (Gazzetta d’Asti editore, 12 euro) e ne parliamo direttamente con l’autore durante una cena conviviale in cui possiamo conoscerlo un po’ più da vicino.
Quando è nata la passione per la scrittura e per il disegno?
“Fin da quando ero un ragazzino delle elementari ho sempre avuto il pallino di disegnare e rappresentare anche in modo critico o semplicemente sdrammatizzando fatti e personaggi che mi circondavano e i cui dettagli da subito mi colpivano e mi rimanevano impressi. Mi aiutava anche il fatto che mi piaceva molto e mi piace tuttora leggere. E leggevo qualunque cosa: giornalini per ragazzi ancora in bianco e nero, libri d’avventure di autori vari (che mio padre molto spesso mi comprava già di seconda o terza mano) romanzi d’appendice, gialli e polizieschi … Intere collane della B.U.R. tascabili. Non importava se la carta era bruttina e la copertina anonima, a volte li leggevo anche diverse volte di seguito. E se le copertine anonime erano anche sgualcite, me le disegnavo e le sostituivo”.
Come le è venuta l’idea di parlare delle nostre tradizioni attraverso il ciclo delle stagioni.
“L’idea di raccontare delle nostre tradizioni popolari attraverso il ciclo delle stagioni è nata parlando con il caporedattore di Gazzetta d’Asti Enzo Armando un po’ di tempo fa allorché mi chiese se avevo voglia di disegnare delle castagne e magari illustrare il disegno con due righe. Mi venne subito in mente di farne un’istantanea tonda come quelle che ricordavo di aver visto da bambino e che si facevano alla veloce con la macchina fotografica appoggiata allo stomaco. Le castagne furono subito più di due e anche le righe. I soggetti erano presi dalle particolarità di ogni stagione”.
Qual è la sua stagione preferita e quale di queste ricorrenze ha segnato di più la tua vita…
“Personalmente prediligo la Primavera, non è più l’inverno freddo e uggioso ma neanche la superba estate che finisce quasi subito nelle nebbie e nelle brume.
E poi in primavera si inizia a uscire con le giornate lunghe, il sole che comincia a scaldare e le gite in bici fuori porta o le passeggiate in campagna. E lì si ripropongono i ricordi delle scampagnate da bambino con gli adulti del mio clan: unendo l’utile al dilettevole andando “per saràta” (insalata) oppure, più avanti, le feste patronali in provincia con i balli a palchetto e i timbri blu sulle mani per uscire un attimo a prendere una consumazione. E ancora i lunghi giri con la “due cavalli” Citroen in provincia, con qualche tappa fuori porta alla ricerca del romanico antico tra boscaglie impenetrabili o splendide radure. Allora i siti non erano ben tracciati e segnalati come oggi …”.