danilo saccoVenerdì 18 gennaio doppio appuntamento per i fans di Danilo Sacco: alle 18 il cantautore sarà alla Casa del Teatro (ex auditorium del Centro Giovani, di fronte alla Biblioteca Astense) per presentare il libro “Come polvere nel vento” (ingresso libero), mentre alle 21 sul palco del Teatro Alfieri presenterà dal vivo le canzoni dell’album “Un altro me”, primo lavoro in studio dopo la fine della sua avventura ventennale con i Nomadi (biglietti 15 euo platea, barcacce e palchi, 10 euro loggione). Come hai scelto le canzoni da portare “in valigia” in questo tour? “Ho usato principalmente l’istinto, perché la musica non è matematica. Ho scelto quelle che sento come più rappresentativi, lasciando spazio anche a canzoni del mio passato, rivisitate con nuovi arrangiamenti, e gemme di artisti che mi hanno influenzato come Sergio Endrigo e Ivan Graziani. Questo tour è un “work in progress”, proviamo continuamente e aggiungiamo brani al repertorio. Tra i brani del nuovo disco tengo molto a “Non ho che te”, che parla della mia nuova vita e dell’amore come forza potentissima che muove il pianeta, e alla traccia che dà il titolo al disco, perché è la storia di una persona che non si arrende. Io mi sento un combattente, sempre pronto a rinascere”. Come è nata l’idea del libro “Come polvere nel vento”? “Non è una vera e propria autobiografia, più che altro è un diario degli ultimi vent’anni passati in giro per il mondo. È stato Massimo Cotto a propormi di scriverlo: parla della mia curiosità, dell’amore per il viaggio e per il cambiamento, elementi nei quali chi legge può ritrovarsi”. Che ricordi hai dei tuoi inizi e della scena musicale astigiana degli anni 80? “Trent’anni fa ad Asti potevamo vantare una delle più floride scene artistiche a livello nazionale, sia a livello quantitativo che qualitativo. I gruppi si sostenevano tra loro, si scambiavano dritte e indirizzi di locali dove andare a suonare. Io ho iniziato nel 1983 e ad esempio ricordo delle belle collaborazioni con band come gli Yo Yo Mundi. Oggi in Italia mi sembra di vedere più chiusura, oltre che una competitività esasperata, soprattutto tra i più giovani. La musica non dovrebbe essere guerra ma condivisione”. Per informazioni e prenotazioni: 0141.399057. L’intervista completa verrà pubblicata sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola venerdì 18 gennaio. Alexander Macinante