Quattro misure di custodia cautelare, un fermo e un sequestro preventivo, 18 mila euro sequestrarti assieme a un fucile senza matricola. Sono questi i numeri dell’operazione portata a termine dai poliziotti della squadra mobile di Asti che hanno sgominato una presunta rete dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione.
Un giro d’affari che in tre mesi avrebbe portato a guadagnare 42 mila euro. Base “operativa” in città un alloggio in via Comentina, nella zona della stazione, gestito secondo la ricostruzione degli inquirenti coordinati dalla procura astigiana, da una maitresse di origini cinesi. E cinesi sarebbero state anche le ragazze che si alternavano nell’appartamento astigiano e in almeno altri tre alloggi in zona Barriera di Milano a Torino.
La complessa e articolata indagine è cominciata nei primi mesi del 2022 prendendo le mosse dall’attenta osservazione del territorio (e in particolare della zona già oggetto di numerosi blitz) da parte della polizia, ma anche da alcune segnalazioni della cittadinanza insospettita dal particolare via vai in quella palazzina.
Così sono cominciate le investigazioni, anche di natura tecnica con captazioni telefoniche, appostamenti e monitoraggio dei clienti e delle ragazze.
In pochi mesi i poliziotti della mobile, diretti da Federico Mastorci, hanno osservato il passaggio di 825 clienti che erano venuti a conoscenza della casa di appuntamenti attraverso annunci on line. A gestire “con fare imprenditoriale” come hanno spiegato in conferenza stampa il questore Sebastiano salvo e il procuratore Biagio Mazzeo, secondo le accuse sarebbe stata Jianhong Huang, classe ’74, considerata la maitresse. Colei che raccoglieva le telefonate dei clienti che si occupava, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, di pubblicizzare l’attività. Insomma l’imprenditrice del gruppo. A casa, in via Comentina, invece ci sarebbero state altre due donne che si sarebbero occupate della gestione dei clienti e delle ragazze, raccogliendo anche i soldi di ogni prestazione prima che venisse consumata, per una media di 50 euro. Si tratta di Mejuan Luo, classe ’72 e Dan Hong, classe ’81, raggiunta da un fermo e trovata ieri dalla polizia durante il “blitz” nell’alloggio.
Diverse le ragazze che sarebbero passate nell’appartamento. La polizia ne ha monitorate cinque nei primi mesi d’indagine e due nell’ultimo periodo. Tutte giovani arrivate in Italia con la speranza di una vita migliore e invece poi adescate da connazionali che le avrebbero indotte alla prostituzione. Ragazze, quasi tutte, irregolari sul nostro territorio tanto che due di loro sarebbero state raggiunte da ordini di espulsione.
Nei guai anche un italiano residente a Torino, Furio Ardissone, classe ’55, che avrebbe aiutato le due donne cinesi nella gestione del “giro” e un cittadino di origine albanese residente ad Asti, Si tratta di Artan Sulaj, classe 1969, proprietario e locatore dell’appartamento di via Comentina. Secondo gli investigatori l’uomo era a conoscenza di quello che succedeva nel suo alloggio.
Nel corso delle operazioni di esecuzione, la Haungh è stata tratta in arresto e condotta in carcere, Ardissone è stato ristretto agli arresti domiciliari mentre la Luo e Sualj sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.. Sulaj è stato denunciato anche per il possesso di un fucile privo di matricola trovato ieri nel corso delle perquisizioni dai poliziotti della seconda sezione della Mobile. Durante le perquisizioni i poliziotti hanno sequestrato 18 mila euro in contanti, presunto provento dell’attività illecita. L’alloggio di via Comentina è invece stato sottoposto a sequestro preventivo al fine della confisca.
Nell’operazione di ieri la squadra mobile astigiana è stata affiancata dalla mobile di Torino e Brescia oltre che dal reparto prevenzione crimine di Torino.