Ha confessato. Svegliato dal coma farmacologico nel quale i medici dell’ospedale Massaia lo avevano indotto dopo il triplice tentativo di togliersi la vita, Paolo Riccone, 57 anni ha ammesso le proprie responsabilità davanti al pm Guerra della procura di Alessandria. “Sono stato io, non so cosa mi sia preso”.Parole che fugano quindi ogni dubbio su quello che è successo a Insia Scapaccino dove venerdì i carabinieri hanno trovato il corpo senza vita di Floriana Floris, 50 anni, uccisa da una trentina di coltellate.
In casa con lei, come testimonierebbero anche le immagini video girate dagli inquirenti, c’era anche il compagno Paolo, in stato confusionale. “Non sono stato io, l’ho trovata così” avrebbe detto l’uomo all’arrivo degli investigatori. Uomo che per diversi giorni non era stato indagato e che era stato ricoverato e sedato in ospedale dopo tre tentativi di togliersi la vita, prima tagliandosi le vene, poi con l’ingestione di alcuni farmaci e infine bevendo candeggina. Pii ieri la svolta con la confessione che scioglie così i pochi dubbi che aleggiavano sulla tragedia.
A dare l’allarme era stata la figlia della vittima, che vive e lavora a Milano, città di origine anche della madre che solo da poco si era trasferita nell’abitazione a due piani un tempo dopolavoro di Borgo Villa, nel pieno concentrico del paese.
La giovane che con la madre aveva un rapporto strettissimo, non la sentiva da giorni, da martedì per la precisione e nemmeno il compagno dava più notizie di sé. Così è andata a bussare alla porta di casa della coppia senza ricevere risposta. Sono stati carabinieri e i vigili del fuoco a entrare in casa e a scoprire il corpo della donna, riverso in salone al piano terra. Evidenti i segni di accoltellamento. Al piano superiore in camera da letto c’era invece il compagno, sotto shock. L’uomo avrebbe negato ogni addebito prima di essere portato all’ospedale dove sarebbe stato sottoposto a una lavanda gastrica e poi sedato.
Solo molte ore dopo nel tardo pomeriggio di mercoledì i medici lo hanno risvegliato e Riccone è crollato di fronte al pm ammettendo le proprie responsabilità. Ha ucciso lui la compagna e ha vegliato il copro per ore, visto che la vittima sarebbe morta 48 ore prima del ritrovamento del corpo, da quanto risulterebbe anche dall’esame autoptico eseguito da Fabio Innocenzi.
MA per capire cosa sia successo in quell’appartamento e quando sono arrivati anche i Ris di Parma, i carabinieri specializzati nei rilievi scientifici sulle scene dei crimini. Si cerca l’arma del delitto, probabilmente uno dei coltelli rinvenuti in casa ancora sporco di sangue.
Intanto Riccone, difeso dall’avvocato Federica Falco di Alessandria dovrà rispondere di omicidio. L’avvocato potrebbe richiedere una perizia psichiatrica. Pare che l’uomo fosse affetto da una grave depressione da quando qualche anno fa aveva perso la moglie per una grave malattia. Poi due mesi fa la scomparsa del padre potrebbe aver acuito il suo stato depressivo.
La data dei funerali della vittima no è ancora stata fissata.