Ricorda il calumet della pace degli Indiani d’America, invece servì a suggellare a Landau, nel 1893, il patto di fratellanza tra i militari del Reggimento Reale di Fanteria bavarese e i minatori che lavoravano sottoterra.
Assolutamente rara, sorprendentemente intatta, unica per la storia che porta con sé, la pipa è tra gli oggetti da poco acquisiti dal Magmax e già visibili al Museo. Non una pipa qualsiasi: per i materiali di cui è composta (il fornello non è di ceramica, ma di porcellana bianco splendente), per le sorprendenti decorazioni che la abbelliscono (un soldatino in divisa dà la mano a un minatore), per la firma ancora visibile di chi la realizzò (e che si definì “amico e costruttore”), per le parole incise in tedesco con chiarezza, seppure in uno spazio così ristretto: “La fede in Dio e la fiducia sono la luce più brillante nella miniera. Buona fortuna!”. Laddove “Buona fortuna!” rappresenta il motto dei minatori.
“Si tratta di un oggetto originale e unico, davvero fuori dall’ordinario – spiega Massimo Umberto Tomalino, fondatore del Magmax – Cimeli simili venivano creati in occasione di eventi o ricorrenze particolari. Una pipa come quella del Magmax non poteva appartenere a tutti, ma a qualcuno di importante: potremmo forse immaginare al principe Ludovico Ferdinando di Baviera, generale di cavalleria e membro della famiglia dei Wittelsbach”. Sulla pipa sono indicati il suo nome e quello del 6° Battaglione della 18.ma Compagnia del Reggimento Reale di Fanteria.
“Quel che è certo – sottolinea Tomalino – è che la pipa, con le sue incisioni, è un vero e proprio documento storico che fornisce ancora oggi precisi indizi e aggiunge nuovi dettagli alle conoscenze che già abbiamo sull’evento del 1893: sappiamo, per esempio, che da quel patto di amicizia siglato a Landau i minatori bavaresi trassero migliori condizioni di lavoro”.
La pipa è passata dalle mani di un amico tedesco, esperto antiquario, a quelle di Tomalino nella prestigiosa cornice della mostra internazionale di minerali e gemme di Saint-Marie-aux-Mines (Dipartimento dell’Alto Reno). Agli astigiani l’invito ad andarla a scoprire alla Torre Quartero: il Museo Astense di Geologia, Mineralogia, Arte Mineraria, Cristallografia resterà aperto tutta l’estate, tranne dal 1° all’8 agosto per il riordino periodico delle collezioni.
La visita è libera ma su prenotazione (328.1698691; astimagmax@gmail.com) e consente, fino a fine anno, di vedere la mostra temporanea “Radioattività: pericoloso è non conoscere”.
Entrata da corso Alfieri 360.