L’esordio di Chiara Baldi è di quelli importanti. Il suo primo romanzo “L’erede della felicità” è stato infatti pubblicato da Mondadori. Ma La scrittrice è una figlia della nostra terra, visto che è nata a Costigliole, dove tutt’ora vive.
Dora è una donna forte. Quando stava con Marco, l’amore della sua vita, le sembrava che tutto fosse perfetto e sotto controllo. Eppure dal momento in cui, tre anni prima, lui l’ha lasciata, il suo mondo è andato in frantumi e ancora oggi non ha trovato la consapevolezza per ripartire davvero. Barricata dietro una routine fondata su tre certezze – il lavoro da pediatra in un ospedale di Milano, l’adorata nonna Ines e l’amica e confidente Cinzia -, ha lasciato che la sua vita privata si cristallizzasse. In ospedale, nonostante la viscerale antipatia che prova per il primario, Dora si sente utile, e questo la fa stare bene, ancora di più da quando è arrivato Gennarino, un bambino che le ha conquistato il cuore. Tra piccole soddisfazioni e qualche nota grigia, la vita di Dora prosegue su binari dritti, una comfort zone che le dà sicurezza. Ma il destino sta per bussare alla sua porta…
Com’è nata l’idea della storia di Dora?
“La storia di Dora è una storia inventata, che però contiene qualche aspetto della mia vita e di quella di altre donne come me. In particolare, ho voluto rappresentare la fascia d’età dei 29-32 anni, quella in cui una donna passa da giovane a matura. I personaggi, anche se fittizi, hanno caratteristiche di persone che ho realmente incontrato”.
C’è un personaggio in cui si ritrova o ogni personaggio ha un po’ di lei?
“In realtà ogni personaggio ha un po’ di me. Sono un po’ Dora, per esempio per quanto riguarda il rapporto con la nonna; infatti, io stessa ho sofferto molto quando l’ho persa. Allo stesso tempo, mi ritrovo anche un po’ in Cinzia, che tra l’altro è molto simile alla mia migliore amica”.
I luoghi che sono citati nella storia sono luoghi che in qualche modo sono presenti nella sua vita?
“Sì, Monforte è un paesino che mi piace molto, Milano invece è la città in cui lavoro. Ho scelto il lago di Como perché l’ambiente del lago mi piace molto, tra l’altro parte del libro è stato scritto proprio lì”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 4 agosto 2023
Emma Austa