Bene l’accelerazione delle procedure per l’ingresso dei 40mila lavoratori stranieri extra-comunitari, interamente destinati al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, ma per la vendemmia, le misure giungono tardive.
Malgrado il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri riservi alle Associazioni datoriali 15mila quote a scorrimento sulle 40mila previste, rispetto alle domande presentate ante pubblicazione del DPCM stesso, a vendemmia già iniziata e in considerazione dei tempi tecnici necessari per perfezionare il tutto, si teme che le risorse umane arrivino fuori tempo massimo.
Le quote previste dal DPCM integrativo sono state già ripartite, con apposita circolare tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome, dalla DG-Immigrazione del Ministero del Lavoro sulla base delle effettive domande pervenute agli Sportelli Unici per l’immigrazione e del fabbisogno segnalato a livello territoriale.
A livello provinciale astigiano, del centinaio di quote circa riservate alle Associazioni di Categoria, dopo il click-day di fine marzo una cinquantina erano inizialmente destinate a Coldiretti ma, di fatto, ne sono poi state autorizzate solamente la metà, mentre l’altra metà, con ulteriori 30 quote aggiunte successivamente, per complessive 80 quote circa, dovrebbero rientrare nel DPCM integrativo.
“Trattasi di quote indispensabili per soddisfare il fabbisogno dei nostri associati, in particolar modo, relativamente alla stagione vendemmiale” precisa Liliana Pipia Responsabile Ufficio Paghe e Salariati della Federazione Provinciale Coldiretti Asti; “tuttavia, si teme che i tempi burocratici per sbloccare le procedure risultino oltremodo lunghi, col rischio che il perfezionamento delle stesse si ottenga a vendemmia decisamente avanzata se non quasi ultimata”.
“In Italia – torna a ricordare il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone, – un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi, che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore (fonte: Dossier Idos). I lavoratori stranieri occupati in agricoltura – continua la Monticone – provengono un po’ da tutte le nazionalità. Malgrado i numeri e il fabbisogno siano oltremodo noti da lunga data, ogni anno ci ritroviamo in difficoltà ed emergenza. Occorrono pratiche più snelle, veloci e all’appannaggio di tutti. La disponibilità di quota deve essere facile e automatica alla portata di ognuno. L’agricoltura non aspetta i tempi della burocrazia. Già ci sono i cambiamenti climatici a stravolgere i ritmi naturali”.
“Sono molti i distretti agricoli in cui i lavoratori immigrati sono una componente essenziale e bene integrata nel tessuto economico e sociale, come nel caso della raccolta dell’uva in Piemonte – conclude il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia. “Ciò nonostante, già lo scorso anno il settore agricolo era andato in difficoltà, per la mancanza di manodopera nelle campagne. Le procedure continuano ad essere ancora troppo lunghe e farraginose. Nell’astigiano la vendemmia dei bianchi è già abbondantemente iniziata e quella dei rossi potrebbe anticipare. Le quote vanno sbloccate e rese disponibili nell’immediato”.