Ufficialmente è la Sede del Gruppo dei volontari di Protezione Civile, ma a Villafranca la chiamano già così: Casa del volontario. Non solo una definizione, ma un obiettivo: operare per la comunità, rendendo il piccolo edificio dalle pareti interne colorate, tra Borgovecchio e il centro storico, un punto di aggregazione per coloro che si mettono a disposizione degli altri.
La giornata mondiale del volontariato, ieri a Villafranca, è stata di festa: il Comune ha inaugurato la sede della Protezione Civile e il sindaco Anna Macchia ha trovato intorno a sé donne e uomini in divise diverse a seconda della realtà di appartenenza: oltre al gruppo dei giubbotti gialli, i volontari ambientali e quelli della Croce Rossa. “Una grande famiglia per me” li ha definiti il primo cittadino, che ha voluto ricordare Pasquale Campanile, primo coordinatore della Protezione Civile, scomparso mesi fa: “La sede era una promessa che gli avevo fatto: siamo riusciti a mantenere fede alla parola data”. Presenti alla cerimonia la vedova Carla Sesia e la figlia Simona che hanno poi posato per la foto ricordo.
Indossata per la prima volta ufficialmente la divisa della Protezione Civile, il nuovo coordinatore del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) Mauro Pittarelli ha allargato la prospettiva: “Ora che c’è la sede, segno tangibile della presenza dei volontari sul territorio, dobbiamo anche fare in modo che il loro numero aumenti”. In programma nuovi corsi per rendere operativi coloro che si sono già iscritti: attualmente gli effettivi sono una quindicina, tra cui alcune donne. L’obiettivo è “creare volontari impegnati non solo nell’emergenza, ma nella prevenzione, informando la popolazione e promuovendo azioni di sensibilizzazione”. L’Albo dei volontari civici, voluto dal Comune, è sempre attivo e attende nuove adesioni.
La sottolineatura sulla necessità di creare aggregazioni solide e collaborative è venuta dal parroco don Antonio Delmastro che, al termine della cerimonia, ha benedetto la croce con Cristo, intagliata da un artista nel legno secco di un Cedro del Libano. Una scultura votata a stare tra gli uomini per dare speranza.