Una passeggiata notturna, anche davanti alla telecamera che ne registra la presenza, sulle rive di Lago Stella e sulle colline circostanti: a Castellero, nel nord Astigiano, passa un lupo solitario, e non è la prima volta. “Avevamo già ipotizzato la sua presenza in zona, così abbiamo piazzato una telecamera”, racconta Michele Biava, vicepresidente di PIAM Onlus, l’associazione astigiana che si occupa di accoglienza di vittime di tratta e migranti, ma anche di sostegno al territorio e sviluppo locale, e qui gestisce l’area naturale di Lago Stella organizzando attività, corsi, pet therapy. E per la onlus, nonostante la perdita di due capre, la presenza del lupo è una notizia incoraggiante, una risorsa per l’ambiente e per un territorio, quello del Basso Monferrato, che ha bisogno di motivi di attrazione: perché non “raccontare” il lupo – si è detta la onlus –, provare a facilitare la compresenza con i predatori facendo formazione agli allevatori, ma anche immaginando percorsi turistici e naturalistici sulle tracce del lupo?
Per questo PIAM si è confrontata con Life Wolfalps, progetto europeo per migliorare la coesistenza lupo-uomo, con il quale organizzerà nelle prossime settimane un primo incontro divulgativo.
Proprio su questo territorio, del resto, si sta sviluppando la rete di percorsi naturalistici 8 Basso Monferrato, un progetto portato avanti da PIAM Onlus che coinvolge istituzioni e attori privati dell’area, con l’obiettivo di rilanciarla come vera e propria meta turistica. Per un turismo lento, di nicchia, alla ricerca di esperienze immersive nella natura.
Un contesto che potrebbe ben sposarsi con l’idea di percorsi sulle orme degli animali selvatici e dei predatori come il lupo, come già avviene altrove, dall’Abruzzo alle Alpi Marittime.
“Il lupo è una risorsa prima di tutto per l’ambiente – continua Michele Biava – È un predatore che contribuisce a regolare la presenza di animali selvatici come i caprioli ma anche i cinghiali, che tanto preoccupano per la peste suina. È un selettore naturale, e nella misura contenuta in cui è – un migliaio gli animali stimati in tutto il Piemonte – fa bene all’ambiente. E poi può diventare appunto motivo di attrazione. Certo, bisogna fare formazione: le persone devono sapere che non è un pericolo, gli allevatori devono sapere come difendersi, come proteggersi ad esempio con reti o con i cani”. La Regione, intanto, pubblica periodicamente bandi per risarcire i danni da predazioni, oltre a sostenere l’acquisto di sistemi di protezione, anche per scoraggiare il bracconaggio. “Non c’è motivo di alimentare un conflitto, anzi. Per noi che ci occupiamo di sviluppo del territorio, il lupo è senza dubbio una risorsa”, conclude Biava.