Al Teatro Alfieri andrà in scena sabato sera “The Witches Seed”, la spettacolare e immersiva opera rock firmata dal geniale musicista e fondatore dei Police Stewart Copeland, con i brani di Chrissie Hynde dei Pretenders, che si aggiungono alle composizioni di Copeland. 

Il ruolo da protagonista dell’opera è affidato a Irene Grandi, artista eclettica dal timbro inconfondibile, tra le più amate del pop-rock italiano, con 30 anni di carriera alle spalle. Al suo fianco Maddalena Calderoni, un altro soprano di chiara fama, Veronica Granatiero e lo strabiliante controtenore Ettore Agati.

La cantante ha accettato, con grande entusiasmo e disponibilità, di raccontarci questa nuova, grande esperienza.

Come è stata coinvolta nel progetto?

“Quando nel 2021 mi è stato prospettato, non ho avuto molti dubbi. Ci ho pensato due minuti e dopo aver sentito un paio di note ho accettato. Ho sempre avuto un’ammirazione smisurata per Copeland, per la sua evoluzione nel campo musicale. Un’altro motivo che mi ha avvicinato al progetto è stata la produzione italiana che l’ha realizzato, con il teatro nella natura, ricavato dalla roccia, nella Valle Ossola, dove abbiamo debuttato nel 2022 e dove torneremo quest’estate. Dopo la pandemia, per me è stata l’occasione giusta per tornare sul palco, per scatenare la mia grinta e la mia personalità, contorniata da grandi professionisti”.

E’ stata attratta oltre che dalla musica anche dalla tematica femminile?

“La trama è una grande metafora di qualcosa di attualissimo, le donne che ancora oggi vengono criminalizzate da regimi oppressivi che ne impediscono la libertà di espressione. Sono donne fuori dagli schemi, senza marito, senza collocazione sociale, che diventano il “capro espiatorio” di tutti i mali. Mi ha conquistato il fatto che non sono solo vittime, ma anche combattenti, guerriere che cercano di uscire dalla difficile situazione in cui si trovano. E’ un’opera catartica”.

Qual è il suo ruolo?

“Interpreto la strega Elisabetta, una strega erborista: donna forte, coraggiosa, indipendente che combatte per la propria libertà. Per le mie idee controcorrente e la mia ostinata voglia di indipendenza, in un’epoca come il Medioevo, vengo accusata di stregoneria insieme ad altre due donne. Con le mie amiche accusate per lo stesso motivo cerco di vincere la battaglia contro la santa Inquisizione, nella figura del cantante lirico Ettore Agati, controtenore, mentre le due donne sono soprani. Anche l’intreccio delle voci è una metafora degli squilibri, degli estremi che sono messi a confronto, dell’eterna lotta tra il bene ed il male, sono degli archetipi: la mia voce grossa, roca, il tono basso ha come contraltare la voce maschile del controtenore che sembra un soprano”.

Biglietti: 50 euro platea, barcacce, palchi (45 euro ridotto), 38 euro loggione (35 euro ridotto), più diritti di prevendita. Prevendite al Teatro Alfieri (0141/399.057) e online su www.bigliettoveloce.it.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 maggio 2024

Massimo Allario