Chi l’avrebbe mai detto che un timido studente dell’Alfieri che muoveva i primi passi in teatro sotto la sapiente guida della professoressa Priarone nel giro di pochi anni sarebbe diventato un attore affermato e avrebbe partecipato alla realizzazione di Asti Teatro 46… Invece Eugenio Fea ha realizzato il suo sogno e quest’anno è stato chiamato, a fianco di Mario Nosengo, nell’organizzazione del festival 2024.
Abbiamo avuto modo di sentire direttamente da lui, da poco diventato anche papà, le sensazioni per questa nuova, grande esperienza e sui progetti futuri.
Qual è stato il suo primo pensiero quando è stato chiamato nello staff di Asti Teatro 46?
“Mi ha fatto molto piacere ma non è stata una sorpresa perché già due anni fa l’assessore Candelaresi, mi chiese quale fosse la mia idea per cambiare Asti Teatro. Gli mandai qualche mia impressione e già dallo scorso anno, in via ufficiosa, sono entrato a far parte della squadra: quest’anno la mia posizione è diventata ufficiale a fianco di Mario Nosengo. Il primo pensiero è stato un sentimento di gioia, ma anche di timore nel fare qualcosa per la mia città anche se non abito più qui, ma ho tanti amici e parenti, tenendo conto anche dei loro gusti”.
Qual è il suo ruolo nell’organizzazione? Di che cosa si è occupato?
“Il mio ruolo è quello di co-direzione artistica a fianco di Mario Nosengo che mi ha affidato l’organizzazione della sezione Off o Under 35, denominata ‘nuovi linguaggi creativi’. Ho condiviso questo ruolo con Marina Occhionero e insieme a lei l’idea è stata quella di creare spettacoli ibridi che comprendano teatro, musica, arte contemporanea e ci sarà anche una mostra fotografica. Ci saranno spettacoli fruibili dagli ipovedenti, spettacoli di live painting, uno spettacolo sui disturbi alimentari: insomma, una sezione trasversale. E’ una bella occasione per scoprire talenti e per dare ai giovani e alle nuove, piccole compagnie emergenti la possibilità di debuttare e farsi conoscere”.
Ci parli del suo spettacolo “Piena come un uovo” che sarà in scena allo Spazio Kor il 25 giugno e del suo debutto alla regia.
““Piena come un uovo” è una produzione della compagnia teatrale “Caterpillar” di Milano di cui sono socio-fondatore, con i miei compagni di corso dell’Accademia dei Filodrammatici nata nel 2017 dopo il diploma. E’ un debutto ufficiale alla regia ma non sono solo: con me c’è Luigi Aquilino, anche lui dei Caterpillar. Il ruolo di regista ti dà maggiori responsabilità, ma nella nostra compagnia è un lavoro di team, dove tutti devono sapere fare tutto. In questo lavoro ci siamo divisi i compiti”. “Piena come un uovo” tratta la tematica dei disturbi alimentari, tratto da un testo di un’autrice americana, mai andato in scena in Italia, prodotto da Monica Capuani”. Lo spettacolo, una stand-up comedy con quattro attrici sul palco che interpretano quattro personaggi che raccontano il rapporto con il cibo e con se stesse, e la grande rincorsa al peso perfetto. Lo spettacolo fa parte di un progetto vero e proprio dei Caterpillar che sarà spiegato prima di andare in scena. anche con la mostra di Sara Castiglioni, fotografa con l’esposizione “Punto e Virgola” sempre sull’argomento.La tematica è molto attuale perché il cibo occupa il 70% della nostra giornata, il rapporto complicato tra corpo e cibo offre temi di riflessione che noi lasciamo al pubblico. Ci avvaliamo anche di un team di psicologi per studiare le problematiche e anche di una nutrizionista (Alice Parisi) in questo caso, per approfondire il tema scientificamente, e lo stiamo portando nelle scuole. Siamo partiti dal liceo “Carlo Porta” di Monza”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 14 giugno 2024
Massimo Allario