Gli investigatori della Polizia Postale di Asti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, grazie ad un’accurata attività di monitoraggio della rete, hanno individuato negli scorsi mesi dei profili, attivi su piattaforme social, dove appariva evidente la produzione indoor di ingenti quantità di sostanze stupefacenti del tipo marijuana.
L’attività info-investigativa posta in essere analizzando tutte le tracce presenti in rete, sviluppando accertamenti complessi attraverso la disamina delle molteplici informazioni restituite dal web, nonché utilizzando le tecniche classiche d’investigazione, con appostamenti e pedinamenti, permetteva di individuare quale utilizzatore di tali identità virtuali un cittadino italiano domiciliato nel Comune di Asti. Mirate ricerche effettuate dagli investigatori cibernetici hanno permesso altresì di accertare l’esistenza di scambi di carattere internazionale e l’utilizzo, per la gestione dell’attività criminale, di accortezze da parte dell’indagato mirate a ottenere l’anonimato sul web. A ciò si aggiunge il riscontro, presso l’abitazione del sospettato, di consumi di energia elettrica anomali, tali da risultare incompatibili con il consumo medio legato all’uso abitativo. Per tali ragioni, gli investigatori della Postale, unitamente ai colleghi della Polizia di Stato appartenenti alla Sezione di P.G. – Aliquota Polizia di Stato, presso la Procura di Asti e con il supporto del Gabinetto Provinciale Polizia Scientifica e dei cinofili del Comando di Polizia Locale, hanno proceduto alla perquisizione presso l’appartamento utilizzato, constatando che ben due delle tre stanze di cui si componevano i locali erano state destinate ed attrezzate interamente con materiali professionali per la coltivazione della marijuana. Una delle stanze era stata adibita alla coltivazione di piante attraverso un tendone professionale GrowBox, fornito di telo riflettente che permette la rifrazione della luce del 98%, provvisto di lampade a spettro ad alta pressione, munite di riflettori per l’accrescimento dei vegetali. La ventilazione era garantita da ventilatori interni, l’irrigazione, la temperatura e l’umidità erano prodotti e tenuti sotto controllo per mezzo di strumenti professionali. Le piante erano contenute anche in vasi di tessuto geotessile, per la massima traspirazione, mentre la crescita veniva favorita con fertilizzanti e stimolatori di fioritura. A parte, un essiccatoio professionale contenente infiorescenze di marjuana. L’attività consentiva di rinvenire circa 30 piante in vaso custodite all’interno della serra, svariati contenitori di infiorescenze, nonché tutto il materiale necessario alla coltivazione indoor. In sostanza è stato possibile accertare la presenza di un vero e proprio ciclo produttivo continuo finalizzato alla coltivazione e vendita di marijuana; le operazioni tecniche di campionamento e inventario infatti hanno rivelato la presenza nel complesso di semi di marjuana, piante di piccole dimensioni, piante di medie dimensioni, piante recise, infiorescenze in fase di essiccazione, trincia tabacco, bilancino, e bustine di cellophane per il confezionamento. Stante l’organizzazione dell’attività, unita ai riscontri investigativi, agli ingenti quantitativi di sostanze chimiche rinvenute ed utilizzate per l’accrescimento delle piante, nonché all’alta densità di materiale ivi presente ma “inutilizzato”, hanno portato gli operanti a ritenere che la produzione fosse avviata da tempo e destinata all’ulteriore espansione. All’interno della serra sono anche stati rinvenuti dei funghi allucinogeni in fase di accrescimento. Il soggetto è stato tratto in arresto dal personale della Polizia Postale di Asti e della Sezione di PG della locale Procura, in relazione alla coltivazione illecita di sostanza stupefacente, ai sensi dell’art.73 D.P.R. 309/90. Giova precisare che le attività d’indagine sono tutt’ora in corso e che, fino alla sentenza definiva, vige il principio di non colpevolezza.