Due aziende , conti correnti, tre automezzi, una villa con arredamenti di lusso e un camper. Valore complessivo quasi 5 milioni 200 mila euro. E’ quanto confiscato dalla guardia di finanza di Asti che ha dato esecuzione a due distinti decreti del tribunale di Torino che hanno disposto anche l’applicazione della misura personale della sorveglianza di ps con obbligo di soggiorno della durata di tre anni nei confronti di tre persone ritenute socialmente pericolose. Ma soprattutto ha disposto la confisca di beni per 5.191.235. Una rilevante acquisizione al demanio dello Stato che è frutto delle operazioni eseguite dal nucleo di polizia economico finanziaria di Asti, chiamate “Fat Cash” a contrasto di usura, estorsione e autoriciclaggio, e “Tesoro” a contrasto del reato di trasferimento fraudolento di valori.
Operazioni che si erano concluse con la condanna da parte del tribunale di Asti di 10 persone, di cui sette già destinatarie di misure cautelari personali, per complessivi 28 anni e tre mesi di reclusione. Tra questi risultano anche i tre soggetti ora colpiti dalle misure di prevenzione e che già nel giugno dello scorso anno erano stati oggetti di un sequestro preventivo per cinque milioni.
Al termine degli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle astigiane gli inquirenti hanno rilevato che quel cospicuo patrimonio direttamente e indirettamente nelle disposinilità dei tre soggetti fosse del tutto sproporzionato ai redditi dichiarati con una evidente sperequazione tra i redditi ostendibli e il valore dei cespiti acquisiti.
Queste operazioni confermano l’impegno concreto assiduo e prioritario della guardia di finanza a contrastare ogni forma di illecito in particolare nelle attività di aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulate nonchè frutto di evasione fiscale – spiegano dal comando provinciale di via Arò -. Tutti questi fenomeni che ledono gli interessi erariali a danno del i bilancio pubblico e compromettono la leale concorrenza sul mercato minacciando sia la sana imprenditoria che l sicurezza pubblica”.