Fabrizio Maggi, direttore Uoc Laboratorio di virologia e Laboratori di biosicurezza dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, commenta l’attuale situazione relativa al covid 19 e al nuovo aumento di casi.
Nell’ultimo periodo si sta registrando un nuovo aumento di casi. Come mai?
“Un dato importante da sottolineare è che il Sars-Cov-2, da quando ha fatto la sua prima apparizione, non ha mai smesso di stare in mezzo a noi e anche oggi, benché non più protagonista dei nostri media, continua sottotraccia la propria corsa verso il traguardo del suo definitivo adattamento all’uomo. È una corsa discontinua che alterna periodi di quiete a improvvisi incrementi, come l’aumento dei casi osservati recentemente. Molteplici fattori spiegano questa accelerazione. Il principale è la capacità del virus di acquisire frequenti mutazioni che tendono a renderlo sempre più contagioso. E così il momento di passaggio da una vecchia a una nuova variante diventa il carburante utile al virus per accelerare la propria diffusione. Altri fattori includono la riduzione nel tempo dell’immunità acquisita attraverso infezioni precedenti o vaccinazioni, che tende a rendere le persone più suscettibili alla nuova variante, o alcuni comportamenti sociali che, assieme all’aumento dei viaggi e della mobilità tipica del periodo, facilitano la trasmissione”.
Di quale variante si tratta attualmente?
“Si tratta della KP.3.1.1. Questa variante, che discende dalla JN.1, mostra una maggiore capacità di trasmissione e una certa resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli derivati da infezioni precedenti che quelli indotti da vaccino. Anche durante l’estate, tipicamente un periodo con meno casi di infezioni virali, la KP.3.1.1 ha innescato un rilevante incremento di contagi.
Come detto, le varianti di Sars Cov-2 continuano a svilupparsi attraverso mutazioni genetiche che avvengono durante la replicazione del virus. Queste mutazioni possono conferire nuove caratteristiche come una maggiore capacità di trasmissione o una resistenza parziale agli anticorpi. La KP.3.1.1 è emersa come risultato di queste mutazioni “favorevoli” che le hanno permesso di diffondersi rapidamente e diventare dominante”.
Quali sono i sintomi principali di questa nuova variante?
“I sintomi principali della variante KP.3.1.1 sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza. I più comuni sono quindi del tutto aspecifici (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari, congestione nasale, mal di testa) e generalmente meno gravi rispetto a quelli delle varianti precedenti. L’immunità ibrida presente nella popolazione e il sempre maggior adattamento del virus all’ospite umano rappresentano infatti fattori importanti nella progressiva attenuazione della sintomatologia indotta da Sars-Cov-2. Tuttavia, è sempre importante monitorare i sintomi e, se necessario, consultare un medico, soprattutto nel caso di soggetti anziani, con gravi patologie concomitanti o immunocompromessi”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 9 agosto 2024
Laura Avidano