Il 28 settembre 2024 alle 16 dal CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), ormai punto di riferimento imprescindibile nella nostra città per gli immigrati che devono imparare l’italiano e non solo, è partito un lungo corteo multicolore. Fin qui niente di nuovo per Asti: è dalla prima edizione del Festival dei Popoli che il corteo rappresenta una forma di condivisione culturale e unione gioiosa tra tutte le comunità etniche nostrane che desiderano partecipare. Sfilare può significare anche dare visibilità al proprio paese d’origine attraverso la bellezza: di costumi straordinariamente colorati, musiche trascinanti, movenze piene di fascino ed entusiasmo… Ormai da anni ci incantano la creatività del Brasile, le capacità organizzative dell’Albania, lo spirito comunitario moldavo… e l’elenco potrebbe continuare molto a lungo. Quest’anno, però, è emersa come non mai la volontà del corteo di camminare davvero come un popolo solo con un’anima sola, e italiana. Ad un certo punto i manifestanti delle comunità etniche si sono anche mescolati ai sopraggiunti sbandieratori della Torretta, in un tripudio di bandiere colorate incrociate sullo sfondo di un cielo terso e luminoso come il clima festante della manifestazione.  Grandi applausi sono esplosi da ogni parte quando il sindaco ha riconosciuto solennemente l’italianità di tutte le persone giunte in Piazza San Secondo, il cuore della città, attraverso il corteo. Orgoglio e amore per il proprio paese d’origine, pur spesso misti a sentimenti anche tormentosi, rappresentano preziosissime radici per la costruzione identitaria personale. Tuttavia il corteo di oggi ha manifestato inequivocabilmente la volontà di andare molto oltre: verso un’Italia da costruire insieme, uniti. Lo hanno chiesto, invocato e vissuto ballando al centro di Piazza San Secondo non solo coreografie e musiche del proprio gruppo ma anche quelle degli altri, davvero come un unico popolo in cammino con un’anima sola. Rotti gli schemi, ha trionfato il desiderio di unione e appartenenza all’unica comunità astigiana, nel rispetto delle differenze ma anche con una travolgente voglia di oltrepassarle.