Spazio Kor di Asti presenta la nuova stagione “Voce”, che da novembre 2024 ad aprile 2025 porterà ad Asti una serie di spettacoli teatrali e danza con una particolare attenzione all’accessibilità, tema centrale del lavoro di Spazio Kor che l’ha reso punto di riferimento a livello regionale e non solo.

La stagione 24/25 a cura di Chiara Bersani e Giulia Traversi parte dal concetto di voce, inteso come “elemento identitario”, vettore di idee e valori, per esplorare i diversi linguaggi contemporanei, attraverso creazioni di carattere multidisciplinare.

La stagione prevede da novembre una proposta di carattere multidisciplinare, ospitando artisti e artiste della scena contemporanea, alcuni emergenti, come ad esempio Giovan Francesco Giannini e Giulia Scotti, e altre compagnie più radicate nel panorama artistico teatrale, come Danio Manfredini, Daria Deflorian e Alessandro Sciarroni. Saranno inoltre proposti alcuni appuntamenti per famiglie o dedicati a un pubblico giovane come gli spettacoli Hamelin e Cassandra, che tramite soluzioni registiche innovative e temi attuali parlano contemporaneamente a spettatori di ogni età.

La stagione “Voce” è realizzata all’interno della Rete PATRIC con Città di Asti e Teatro degli Acerbi, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo e Lavanderia a Vapore. Il laboratorio e i Dialoghi a più voci fanno parte del progetto “A tutto volume”, il progetto di rete che ha vinto il bando “Giovani in biblioteca”, promosso dal Dipartimento Politiche Giovanili – Presidenza del Consiglio dei Ministri. La stagione è stata realizzata grazie al sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT e Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e con maggiore sostenitore la Fondazione Compagnia di San Paolo per il progetto “PATRIC review”.

Spiegano Chiara Bersani e Giulia Traversi: “La stagione 2024/2025 ci fa pensare al percorso fatto in questi anni come ad un anello. Siamo partire da PARADISE post Covid con la voglia di ritrovare gli altri, di intessere sempre più profonde relazioni, di incontrare la comunità. Oggi con VOCE torniamo al desiderio di scoprire le identità e le voci appunto di una collettività espansa e eterogenea. Così diversə come stiamo insieme oggi?”.

Dichiarano il Sindaco Maurizio Rasero e l’Assessore alla Cultura Paride Candelaresi: “Spazio Kor si conferma importante tassello del mosaico culturale della città. Non solo luogo dove trovano voce nuovi linguaggi artistici, ma anche laboratorio creativo e consolidato punto di incontro, con una particolare attenzione per i temi giovanili e l’accessibilità. Il Comune continua a sostenerne le attività che, con il loro respiro europeo e la capacità di fare rete, sono un valore aggiunto per la città e per la sua vocazione ad aprirsi a pubblici sempre nuovi”. 

Aggiunge Chiara Organtini, Project Manager di Lavanderia a Vapore: “Fondazione Piemonte dal Vivo e Spazio Kor condividono in modo sinergico una ricerca sull’accessibilità intesa non solo come tema ma come pratica continua e in divenire, che si articola sul fronte dei pubblici, degli artisti e artiste e delle istituzioni culturali. Una trasformazione di sistema che si riverbera su tutto il territorio regionale e nazionale e che trova in questa alleanza una vera infrastruttura di lancio.

Nello specifico, Lavanderia a Vapore come spazio di ricerca e sperimentazione artistica, è interlocutore privilegiato per la condivisione di istanze estetiche, etiche e l’elaborazione di possibili azioni comuni”.

Dichiarano Fabiana Sacco e Alice Delorenzi in rappresentanza dello staff di Spazio Kor: “Quest’anno segna il quarto anno di collaborazione con Chiara Bersani e Giulia Traversi. I tre anni trascorsi sono stati un viaggio di scoperta e sperimentazione, durante il quale abbiamo cercato di dar forma al teatro che immaginiamo. Abbiamo imparato molto, talvolta sbagliando e affrontando sfide, ma anche vivendo momenti di grande soddisfazione, scoprendo possibilità che non avevamo nemmeno immaginato

Questa nuova stagione è il risultato di tutto ciò che abbiamo appreso lungo il cammino, soprattutto grazie alle persone che hanno condiviso questo percorso con noi. Sono loro la nostra guida per migliorare costantemente, e ci auguriamo che il nostro pubblico possa continuare a crescere.

Proprio per questo, abbiamo sentito il bisogno di dedicare una parte della stagione alle nuove generazioni, certi che sapranno portare nuove idee e visioni. Vogliamo che Spazio Kor sia sempre più un luogo aperto e accogliente, capace di rispondere alle esigenze di un pubblico in continua evoluzione”.

Negli ultimi quattro anni CRAFT ETS si è impegnata per porre le basi di un dialogo aperto e comune con enti locali socio-culturali, sviluppando collaborazioni attualmente in atto con enti locali (in particolare si segnala la partnership con i Servizi Sociali del Comune di Asti per due progetti sull’accessibilità di persone con fragilità e disabilità), regionali (collaborazione sulle sperimentazioni accessibili in stagione con Lavanderia a Vapore e Piemonte dal Vivo) ed extra-regionali. Infine, la partecipazione a reti locali (rete ADA – Audience Development Asti composta da associazioni culturali e cooperative sociali) e nazionali(Europe Beyond Accessibility Italia) consente a CRAFT ETS di confrontarsi quotidianamente con partner di ambiti diversi e favorire processi di advocacy di rilevanza nazionale sui temi dell’inclusione e accessibilità.

Questo il programma di “Voce”:

DIVINE

16 novembre 2024 – 21.00

Di e con Danio Manfredini

Aiuto regia Del Prete Vincenzo

Disegni, maschere, costumi, scene: Danio Manfredini

Assistente alla grafica e fonica: Ivano Bruner 

Liberamente ispirato al romanzo di Jean Genet “Nostra signora dei fiori”.

Una scrittura che nasce dal romanzo di Jean Genet “Nostra signora dei fiori” scritto nel 1944 nel periodo che Genet passò in carcere a Parigi.

Nel romanzo il protagonista è lo stesso autore colto nell’universo carcerario fatto di celle, corridoi, compagni di sventura.

Genet prende ispirazione proprio dalle presenze intorno a lui per dare vita ad una storia inventata.

Dalla complessità del romanzo ho estratto un ramo che è la storia di Divine, al secolo Louis Culafroy, un ragazzino che scappa di casa per condurre a Parigi una vita da travestito.

L’incontro con Mignon, un ladruncolo e l’incontro con Nostra Signora dei Fiori un giovane assassino, segneranno in maniera indelebile la vita di Divine.

“Ho scritto questo canovaccio di sceneggiatura alla fine degli anni novanta. Pensavo di farne un film invece diventò parte dello spettacolo teatrale Cinema cielo” del 2003.

Nella serata leggerò il canovaccio della sceneggiatura accompagnato dai disegni che feci allora: lo storyboard che traccia la parabola della vita di Divine”. –Danio Manfredini

Durata 50 min

QUELLO CHE NON C’È

13 dicembre 2024 – 21.00

Regia e testo Giulia Scotti 
Collaborazione al progetto Andrea Pizzalis
Con Giulia Scotti
Disegno luci Elena Vastano
Residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t 
Con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia
Spettacolo vincitore premio tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2023 
Menzione speciale bando Odiolestate 2023
coproduzione Tuttoteatro.com 

Nella mia famiglia ci sono storie che non vengono raccontate nella convinzione che quello che non si dice non si saprà mai. Della storia di mia zia nessuno ha mai detto niente a me e a mio fratello, quello che sapevamo era che mio padre aveva tre sorelle e che adesso noi abbiamo due zie e che pertanto una delle tre non era più viva, Daniela. Non ho ricordi di lei da viva, né di noi due insieme. C’è una sua fotografia, quella sì la ricordo, non mi è mai piaciuta, è un po’ sgranata, un po’ anonima, e la faccia di mia zia è gialla, o almeno così mi sembrava quando la guardavo da bambina. È la foto che si consegna agli amici e ai parenti il giorno del funerale. Quando è morta nessuno me lo ha detto. Ho un’immagine di quel pomeriggio. Sto camminando per la casa, mi fermo davanti al bagno dei miei genitori, ho come un presentimento. La porta è semi aperta, io guardo dentro: c’è mio padre, in piedi, con le braccia lunghe, tese, appoggiate al lavandino, sta piangendo, piange disperato, trema, si scuote, ma senza fare rumore. Ricordo di essermi preoccupata perché non avevo mai visto mio padre piangere. Sono cresciuta e non ci ho più pensato: mia zia era morta e la morte fa venire tristezza, per questo, immaginavo, nessuno ne parlava mai. Poi un giorno, avevo venticinque anni, mio padre è venuto da me e mi ha raccontato la storia di Daniela. Lo ha fatto senza fermarsi, senza omettere niente, come se aspettasse quel momento da tutta la vita. Questa è la storia di mia zia come l’ho saputa da mio papà, è la storia di un uomo che vuole salvare sua sorella dalla morte ma non ci riesce. Quasi tutto è vero, alcuni pezzi sono inventati.

QUADERNO / Greta Garbo
14 dicembre 2024 – 21.00

un progetto di e con Daria Deflorian
una produzione INDEX
produzione, organizzazione, amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani, Grazia Sgueglia
comunicazione Francesco Di Stefano


Tra racconto e piccole visioni, svelando qualche segreto senza nessuna volontà di compiutezza Daria Deflorian apre al pubblico i quaderni di lavoro. Attraverso i materiali originali di alcune scene e la loro evoluzione/trasformazione risale fino alla punta dell’iceberg che è sempre uno spettacolo, condividendo il modo di procedere di quella particolare drammaturgia che negli anni ha segnato il suo modo di lavorare con Antonio Tagliarini e mostrando – tra autobiografia e passioni letterarie, tra divagazioni e ossessioni che tornano – quel fil rouge che c’è tra il dire e lo scrivere. Quaderno / Greta Garbo ha a che vedere con i materiali di Sovrimpressioni, spettacolo del 2021 ispirato al film di Federico Fellini ‘Ginger e Fred’, ultimo lavoro condiviso con Tagliarini. La lezione/spettacolo si concentra in particolare infatti su un “fantasma” apparso a Daria Deflorian durante le improvvisazioni fatte nell’arco delle prove, una figura che apparentemente non c’entrava con l’oggetto di studio dello spettacolo: Greta Garbo.

Un fantasma che continuava a presentarsi non tanto per quello che la Garbo ha fatto come attrice, ma per quello che ha fatto, è stata, o si può immaginare sia stata dopo che ha smesso di fare l’attrice a soli trentasei anni, lasciando dietro di sé un mito intramontabile. Un ritiro dalle scene, un ritorno alla quotidianità, come accade anche a Amelia, la protagonista del film di Fellini. Le figure si sovrappongono, la vita artistica e quella personale si confondono, e trovano sulla scena nuove parole per attraversare il confine fra realtà e finzione.

Durata: 60 min

LABORATORIO RITUAL
17-18 gennaio 2025 – ore 18-21

di e con Alos Pedretti

Il mostruoso è spaventoso perché sconosciuto e fuori controllo.

È parte di noi, è zona in ombra che ci completa. 

Il mostro, creatura estranea e portentosa, è un prodigio che avvisa. 

Respirando possiamo conoscerlo, costruire il Rituale per liberarlo.

Nella voce possiamo trovare il chaos primordiale da cui nasce la vita.

Il laboratorio, pensato e realizzato dalla musicista e performer sperimentale Stefania ?Alos Pedretti, è un momento di condivisione che intende esplorare il legame fra voce e rituale.

Un viaggio aperto a tutte le persone che vogliono, per motivi professionali o personali, scoprire una parte di sé, intraprendere un pellegrinaggio comune verso la dimensione mostruosa che la vocalità fa scaturire nel momento in cui ci si connette con il proprio io più profondo e arcaico.

Durante il laboratorio si praticheranno tecniche di preparazione vocale e di uso del diaframma, e si avrà la possibilità di creare piccoli Rituals per arrivare a (ri)svegliare e abbracciare il proprio chaos. A questo scopo, chi lo desidera, potrà portare oggetti, accessori, vestiti che si sentono affini.

Massimo 15 partecipanti

T/S – Caution, Construction Area
Prima variazione: piano piano forte forte
22 Febbraio 2025 – 21.00 


Testi Matteo Latino
Di e con Dario Salvagnini / Fortunato Leccese
E con Luca Piomponi
Contributi vocali Matteo Latino / Elisa Angelini
Occhio esterno Chiara Bersani
Cura e diffusione Giulia Traversi
Costumi Federica Terracina
Con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – CapoTrave / Kilowatt Sansepolcro, ITA); Centro di Residenza dell’Emilia – Romagna “L’arboreto – Teatro Diomora / La corte Ospitale (Rubiera, ITA), Spazio Kor (Asti, ITA), Kollatino Underground, (Roma, ITA), Agriturismo Montesacro (Mattinata, ITA).
RINGRAZIAMENTI
Imma Latino / Casadargilla – LAMA/ Sor Carlo / Fabiana Iacozzilli / Roberta Zanardo / Marco Tomba / Claudia Pajewskij / Ivano Ignomeriello

Il progetto Teatro Stalla – Caution, Construction Area è intimamente legato alla poetica di Matteo Latino, ma ancor più all’esigenza di elaborare a quasi dieci anni dalla sua scomparsa i temi e le modalità del suo lavoro, in un dialogo continuo tra passato e presente, ricordi e macerie. In una primissima fase di riscoperta e di ricerca ci siamo imbattuti nel concetto di EINGEDENKEN, tradotto in italiano da Stefano Marchesoni con la parola immemorare (Ernst Bloch- Walter Benjamin “ Ricorda- re il futuro – Scritti sull’Eingedenken “ a cura di Stefano Marchesoni). Non si tratta semplicemente di un richiamare alla memoria, ma della volontà di sentire il presente attraverso un’esigenza che viene dal passato, svelandone il carattere incompiuto, dunque aperto.

Ciò che è accaduto, è sempre accaduto solo a metà.

La prima variazione prende vita dalle spedizioni e dai ritorni nei luoghi che hanno visto nascere i lavori di Matteo, in primis il Kollatino Underground, spazio sociale romano che è stato casa e fonte d’ispirazione di Infactory e Bambi says fuck, e l’Agriturismo Montesacro a Mattinata in Puglia, dove ha sede il Teatro Stalla, realizzato poco dopo la sua scomparsa; dai ritrovamenti dei materiali, degli oggetti scenici, dei testi inediti e il dialogo scaturito tra queste tracce e i ricordi della nostra personale esperienza di compagni di strada. Siamo partiti da queste tracce, da ciò che è rimasto, da un’assenza, un vuoto, dai nostri buchi, per restituire e soprattutto restituirci un pezzo di un’opera stratificata, di natura rapsodica, dove la parola poetica si fonde con la performance, la techno, il jumpstyle, gli slogan sulle t-shirt, le diapositive vuote, gli ambienti sonori.

Durata: 36 min

HAMELIN
liberamente ispirato alla fiaba “Il Pifferaio Magico” dei Fratelli Grimm
9 marzo 2025 h. 16.00 – h. 18.00 (REPLICA)

con Fabio Tinella
drammaturgia e regia Tonio De Nitto
dramaturg Riccardo Spagnulo
musiche originali Paolo Coletta
voiceover Sara Bevilacqua
sound designer Graziano Giannuzzi
scena Iole Cilento
luci Davide Arsenio
costumi Lapi Lou
puppet Michela Marrazzi
assistente scenografa Cristina Zanoboni
costruzione scenica Luigi Di Giorno

cura della produzione Claudia Zeppi
amministrazione Emanuela Carluccio
distribuzione Elisa Giacovelli
produzione Factory compagnia transadriatica – Fondazione Sipario Toscana
con il sostegno di Segni new generations festival

Spettacolo adatto ad un pubblico dai 5 anni in su.

La storia del pifferaio di Hamelin è ancora avvolta nel mistero. Hamelin è il nome di una cittadina al nord della Germania dove leggenda e realtà si son fuse centinaia di anni fa, dove diverse ipotesi non hanno mai risolto il mistero della sparizione di 130 bambini.

Un fatto di cronaca traslato via via in fiaba, raccolto nelle Saghe germaniche dei Fratelli

Grimm. Ad Hamelin vige ancora il divieto assoluto di suonare musica nella via Senzatamburi.

Ma cosa è successo ai bambini di Hamelin? Dove finisce la realtà e dove inizia la

finzione? Le affinità con il tempo buio che stiamo vivendo trovano un’eco stupefacente

nel buio che la cittadina di Hamelin stava attraversando a causa del morbo portato dai

topi. Lo spettacolo prova a raccontare e ripercorrere l’origine di questo mistero giocando

su diversi piani percettivi della storia perché adulti e bambini potranno seguirlo attraverso

un punto di vista diverso. Il Pifferaio come artista porta ad una visione diversa da

quella degli adulti, in cui c’è spazio per la sorpresa e per il rapimento della bellezza (cose

che appartengono all’infanzia). È una figura che cambia di segno, perché il suo rapimento

attraverso la musica è uno strappare i bambini ai divieti, alle restrizioni e alla troppa

protezione che non li fa crescere. Allo stesso tempo questo personaggio che con il suo

carretto sembra un reperto dell’antico teatro viaggiante, innesca una profonda riflessione

sul ruolo dell’artista nella società di oggi.

Durata: 60 min

Op. 22 No. 2
29 marzo 2025 – 17.00
Palestra Via De Amicis

di Alessandro Sciarroni
con Marta Ciappina
musica Jean Sibelius (Op. 22 No. 2, “Tuonelan joutsen”)
costumi Ettore Lombardi
cura, promozione e sviluppo Lisa Gilardino
produzione esecutiva Chiara Fava
cura tecnica Valeria Foti

commissione Festival Bolzano Danza | Tanz Bozen
produzione MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante
Interesse Culturale, Corpoceleste_C.C.00#
in coproduzione con Festival Bolzano Danza | Tanz Bozen
con il sostegno di NOI Techpark Südtirol/Alto Adige

Op. 22 No. 2 è il titolo di un breve assolo coreografato da Alessandro Sciarroni, commissionato e a partire da un’idea di Emanuele Masi per BolzanoDanza, ispirato al poema sinfonico del compositore finlandese Jean Sibelius: “Il cigno di Tuonela” e basato sul poema epico Kalevala della mitologia finlandese. Il solo coreografico viene interpretato da Marta Ciappina, danzatrice con la quale Sciarroni collabora da diversi anni.

“Alessandro scrive una figura femminile agghindata di piume affilate e dotata di unghie limate.  Eppure, nascosti dal luccichio di un presunto vigore, gli occhi appaiono ridotti a una sottile fessura, l’eloquio zoppicante al cospetto della morte, la pelle tremolante.  Non sono forse io? Ex bambina che ha ridicolizzato la vita sfidando gli eventi con frecce purple.  Lo scrittore si avvicina, comprende e non teme. La felicità è afferrata. Grazie.” Marta

Durata: 20 min

CLOUD
29 marzo 2025 – 20.30 

Un progetto di Giovanfrancesco Giannini
disegno luci Valeria Foti
ricerca e curatela Gianmaria Borzillo, Denis De Rosa, Giovanfrancesco Giannini, Antonia Treccagnoli
produzione Körper
in coproduzione con Ariella Vidach – AiEP, Santarcangelo Festival
con il sostengo di AMAT, nell’ambito di “Marche casa del teatro Residenze d’artista” con Comune di Pesaro, Regione Marche e MiC, La Briqueterie CDCN du Val-de-Marne et Théâtre de Vanves – Scène conventionnée d’intérêt national “Art et création” – Paris
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Campania, Istituto Italiano di Cultura di Montreal, Dom Utopii – Międzynarodowe Centrum Empatii, Cracovia
selezionato per Tanzmesse 2022 – Open Studios, NID platform 2021 – Open Studios, DNAppunti coreografici 2019.

Cloud è una riflessione sulla politica delle immagini e sulla rappresentazione mediatica dei corpi. Lungo un percorso costellato di input digitali – fatto di immagini e video che riflettono il nostro sguardo sui problemi dell’epoca contemporanea – Giovanfrancesco Giannini accompagna il pubblico in un viaggio nel vortice del web e della comunicazione, in un personale archivio dati, nella propria memoria individuale. Lo spazio scenico si apre al reale, connettendosi a geografie remote in un affresco mediatico che incorpora e tenta di restituire tutte le informazioni: il corpo diviene testimone e medium dei contenuti che il database condivide seguendo flussi di movimento che si cristallizzano in immagini. Un corpo che perlustra, ma anche un corpo che tenta di “rifigurare” e testimoniare il mondo visibile. 

Durata: 35 min

CASSANDRA
Perché non vedono il mondo intorno a noi crollare?
6 aprile 2025 – 17.30 7 aprile 2025 – h. 10.00 (scuole)

di Enrica Carini e Fabrizio Montecchi
con Letizia Bravi e Barbara Eforo
testo Enrica Carini
regia e scene Fabrizio Montecchi
disegni e sagome Nicoletta Garioni
musiche Paolo Codognola
costumi Tania Fedeli

luci Anna Adorno
voci registrate Letizia Bravi, Tiziano Ferrari
realizzazione sagome Nicoletta Garioni, Federica Ferrari e Gabriele Genova
realizzazione scene Giovanni Mutti, Erilù Ghidotti

TEATRO GIOCOVITA

Spettacolo adatto ad un pubblico dai 12 anni in su.

Torna in scena per le scuole al Teatro Filodrammatici “Cassandra”, produzione 2022 di Teatro Gioco Vita che a partire dalle suggestioni del mito racconta un’adolescente di oggi che denuncia le catastrofi ambientali causate dal surriscaldamento climatico.

Appuntamento per gli studenti delle secondarie di 1° grado e superiori da mercoledì 8 febbraio alle ore 10 nel cartellone della Rassegna di teatro scuola “Salt’in Banco” curata da Simona Rossi e organizzata dal centro di produzione teatrale diretto da Diego Maj con Fondazione Teatri di Piacenza, la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

“Perché non vedono il mondo intorno a noi crollare?”, recita il sottotitolo di “Cassandra”, progetto firmato da Enrica Carini (testo) e Fabrizio Montecchi (regia e scene) con i disegni e le sagome di Nicoletta Garioni. Perché la Cassandra di Teatro Gioco Vita emerge dalle pieghe del mito e si fa a noi contemporanea per dirci che non possiamo più aspettare: il mondo intorno a noi sta crollando sotto il peso dei tanti disastri ambientali prodotti dal surriscaldamento globale. Una Cassandra che accusa apertamente la specie umana di essere responsabile, con le sue azioni, dell’emergenza climatica in atto e delle sue catastrofiche conseguenze; un’immane devastazione di cui lei non vuole, in nessun modo, essere parte. Una Cassandra adolescente che come tutti gli adolescenti vive in modo conflittuale i rapporti con la famiglia e gli adulti intorno a lei e ai quali non rinuncia a dire quello che loro non vogliono vedere: il mondo sta inesorabilmente avviandosi verso la distruzione.

Sulla scena due attrici, Letizia Bravi e Barbara Eforo, entrambe narratrici, interpreti delle due protagoniste, Cassandra e Arisbe, e animatrici dei loro doppi in ombra. Sono loro a condurci in un tempo oltre la Storia, sospeso tra passato e futuro, dove Cassandra e Arisbe hanno l’identità scenica di figure d’ombra. Sono loro che ci accompagnano in un tempo altro, fatto di “visioni” composte da evocative ombre ancestrali che arrivano dal profondo e che si fondono con immagini video di una realtà crudelmente attuale. Sono infine sempre loro a riportarci nel presente, in quella sala di teatro in cui si consuma il necessario atto del dire e del testimoniare. Le musiche sono di Paolo Codognola, i costumi di Tania Fedeli, le luci di Anna Adorno.

DURATA 50 min

Tutti gli spettacoli si terranno a Spazio Kor, ad eccezione di Op. 22 No. 2 che si terrà alla ex palestra Via De Amicis.

Info biglietteria:

Biglietto intero: 10 euro

Ridotto: 8 euro (Kor Card, abbonati Teatro Alfieri, tesserati Biblioteca Astense Giorgio Faletti, under 25, over 60) 

Ridotto Gruppi: 5 euro (gruppi da 10 persone)

Abbonamento stagione intera: 40€

Abbonamento #prosa: 20€ (Divine, Quello che non c’è, Quaderno e T/S – CAUTION, CONSTRUCTION AREA)

Abbonamento #4you: 20€ (quattro spettacoli a scelta)

Abbonamento #family: 15€ (per 3 persone per assistere agli spettacoli Hamelin e Cassandra. Ogni persona in più paga solo 1€ a biglietto!)

Carnet due spettacoli prosa: 10€

(Quello che non c’è, Quaderno)

Carnet tre spettacoli danza: 23€

(Le Sacre du Printemps – Teatro Alfieri, Op. 22 No. 2 e Cloud)

Carnet due spettacoli danza Kor: 10€ (Op. 22 No. 2 e Cloud)

Teatro Scuola: 5€ a ragazze e ragazzi, gratuito per insegnanti

(Cassandra 7 aprile ore 10)

Eventi gratuiti: Dialoghi a più voci e Laboratorio Ritual

Prevendite a partire dal 23 ottobre 2024:

– online su www.webtic.it

– in biglietteria presso Spazio Kor da lunedì a venerdì con orario 10-12 e 15-18.

Per prenotazioni e informazioni: info@spaziokor.it, 3278447473 (anche Whatsapp)

Con la nuova stagione, tornano anche i Dialoghi a più voci a cura di Viola Lo Moro.

Spiega Lo Moro: “Voce è un prodotto fisico/fisiologico di interazioni tra cavità, risonanze, strutture fibrose. La voce è una generazione che può venire dall’umano, dal mondo animale, vegetale, dalle macchine. Voce è anche una allegoria di potere, e la sua assenza è sintomatica di una perdita di agency. Essere senza voce può essere un segnale di assenso silenzioso, ma anche di protesta, così come di sottomissione o di una incredibile forza. La voce nella letteratura corrisponde alla possibilità o no che una storia (vera o inventata che sia) diventi credibile per chi la legge. Trovare la voce è l’unico modo per fare di un atto meccanico, un atto artistico. Incrociare e assimilare in sé voci di altre e altri, diventare un’altra voce, genera l’esperienza nuova e imprevista della polifonia, dell’interpretazione, della ventriloquia, dell’essere uno e più in un solo corpo”.

Questo il programma dei Dialoghi:

Sabato 14 dicembre ore 18.30 Spazio Kor

Polifonie

Dialogo a tre voci: Daria Deflorian, Giulia Scotti, Viola Lo Moro

La scena, la scrittura drammaturgica, l’interpretazione: assumere in sé altre voci, voci di altre, a volte scritte da altre. Un dialogo per raccontare le polifonie e gli attraversamenti poetici che accadono in scena e subito accanto.

Sabato 22 febbraio ore 18.30 Biblioteca Astense Giorgio Faletti

La voce nel tempo _ La voce nei luoghi 

Dialogo tra Claudia Durastanti e Viola Lo Moro

A partire da Missitalia (La nave di Teseo) di Claudia Durastanti, il dialogo si concentrerà sulla possibilità che esiste nella scrittura di raccontare le temporalità delle vite e della Storia, di come i luoghi possono esistere e resistere nelle storture del tempo, del progresso, nei lutti e nelle molte volte in cui viene pronunciata la parola fine. Dalla Basilicata alla luna, dal passato al futuro, la letteratura esiste nelle feritoie delle vite e dei tempi.

Venerdì 28 marzo ore 18.30 Sala Gianni Basso – Teatro Alfieri

La voce nel corpo

Dialogo a tre voci con Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi e Viola Lo Moro

A partire da A bocca chiusa – effetti di ventriloquio e scena contemporanea (Luca sossella editore) e Inappropriabili – relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979) (Marsilio editore), un incontro di formazione e di scoperta della scena, della voce che diventa corpo individuale e collettivo nel teatro, nella danza, nel mondo.

Incontro in collaborazione con il Teatro Alfieri di Asti, Lavanderia a Vapore di Collegno e Piemonte dal Vivo.

I Dialoghi sono a ingresso libero. 

I Dialoghi fanno parte del progetto di rete vincitore del bando “Giovani in biblioteca”, promosso dal Dipartimento Politiche Giovanili – Presidenza del Consiglio dei Ministri, realizzato dalla collaborazione tra ISRAT, Biblioteca Astense Giorgio Faletti, Associazione CRAFT ETS, Casa del Teatro 3 – L’Arcoscenico, Vedogiovane Asti, Fondazione Giovanni Goria.

Maggiori dettagli su www.spaziokor.it

L’immagine della stagione “Voce” è di Enrico Pantani