Francesco Baino, astigiano, professore associato del dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) del Politecnico di Torino, insieme alla collega Enrica Vernè sempre del Poli, ha ricevuto dall’American Ceramic Society il prestigioso riconoscimento che viene assegnato, ogni anno, al miglior articolo scientifico a livello mondiale nel settore dei materiali ceramici. Baino è impegnato, nello specifico, in attività di didattica e ricerca su biomateriali impiantabili, materiali ceramici porosi, scaffold per l’ingegneria tissutale e la medicina rigenerativa con elevati risvolti etico-scientifici. 

“Digital light processing stereolithography of hydroxyapatite scaffolds with bone-like architecture, permeability, and mechanical properties” è il titolo dell’articolo pubblicato sulla rivista The Journal of the American Ceramic Society vincitore del premio Ross Coffin Purdy Award 2024. La cerimonia si è svolta a Pittsburgh (Stati Uniti) in occasione del 126° meeting annuale della società. 

Selezionata come miglior pubblicazione nel campo dei materiali ceramici per il prezioso contributo che fornisce alla letteratura scientifica del settore, – dice Baino – l’articolo è frutto di una collaborazione internazionale tra il Politecnico, l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e l’azienda austriaca Lithoz, eccellenza mondiale nel campo della stampa 3D di materiali ceramici.  “La ricerca – proseguono Baino e Vernè – era finalizzata a mettere a punto un materiale impiantabile poroso, cioè lo scaffold, che riproducesse la microstruttura dell’osso spongioso naturale. Infatti, uno dei criteri solitamente impiegati nella scelta del “design” di un biomateriale affinché, una volta impiantato nell’organismo, possa favorire la rigenerazione del tessuto vivente, è quello del biomimetismo strutturale. L’obiettivo era ricostruire la struttura di una spugna polimerica per ottenere un modello da utilizzare come file in ingresso al sistema di stampa 3D per ottenere scaffold in idrossiapatite, chimicamente e strutturalmente simili all’osso naturale.”

Il premio conferma l’eccellente qualità della ricerca svolta presso il Politecnico di Torino e della sinergia instaurata fra mondo accademico e settore industriale.