Quarantottesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2024 spegne 125 candeline. Ecco i principali argomenti trattati sul giornale in edicola da venerdì 13 dicembre 2024.
Nessun aumento di tasse e servizi garantiti
Nessun taglio di servizi e nessun aumento di tasse. Per questo il sindaco Maurizio Rasero lo ha definito “miracoloso”. Si tratta del Bilancio di previsione 2025, il più importante documento contabile elaborato annualmente dal Comune che è stato presentato negli scorsi giorni per poi iniziare il percorso della discussione in Consiglio. Il bilancio ha un orizzonte temporale di tre anni, quindi comprende aspettative di entrate e spese anche per gli anni 2026 e 2027.
E il sindaco, che attualmente detiene personalmente la delega al Bilancio, rivendica di avere mantenuto l’erogazione dei servizi di competenza del Comune (“Non tagliamo nessun servizio, forse non li aumentiamo”) senza l’aumento di tasse o tariffe.
Il tutto nonostante la diminuzione dei trasferimenti agli Enti locali e la progressiva riduzione di fondi straordinari come quelli legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Venendo ai numeri, il bilancio pareggia su una cifra pari a 124.926.780 euro tra cui 49.058.016 di natura tributaria, 11.664.501 di trasferimenti correnti, 12.678.890 di entrate extratributarie, 9.968.410 entrate in conto capitale e 2.550.000 tramite accensione mutui.
Previste spese correnti per 71.052.037 euro, 12.433.051 in conto capitale a cui si aggiungono altre voci per un totale uguale a quello delle spese previste.
Quando l’economia fa a pugni con la democrazia
Il cambio ai vertici della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti ha portato allo scoperto una situazione ben presente agli addetti ai lavori ma mai emersa nel dibattito pubblico. Nel giro di poco tempo ecco che si parla non solo di Fondazione ma anche della solidità della Banca di Asti. In parte è il meccanismo della “profezia che si autoadempie”: non bisogna parlare troppo di queste cose per evitare che lo stesso dibattito, influenzando i mercati, generi quello che altrimenti non si sarebbe realizzato. Il mercato insomma risolve molti problemi ma non ha fondamenta solide e alla minima voce di corridoio si agita (e fa agitare).
Allora il dilemma è: meglio sviluppare un confronto democratico a costo di danneggiare l’economia di un territorio o è meglio salvaguardare l’economia di un territorio mortificando il dibattito pubblico?
L’intervento di Ercole Zuccaro, ex vicepresidente di Banca di Asti e nostro consulente esterno su queste vicende, è una dimostrazione di come si possa uscire da questo dilemma. Occorre argomentare e presentare la situazione non semplicemente esponendo numeri e dati (che gli esperti possono capire) oppure esprimendo opinioni senza fondamento. Occorre che ogni cittadino e ogni lettore sia messo in grado di capire quali sono le possibili alternative e quali sono le ricadute che il “fare silenzio” o il “parlare troppo” possono avere non solo sull’economia di un territorio ma sullo stato di salute del dibattito democratico. In sostanza: è utile che una banca sia controllata da una Fondazione per garantire un futuro al territorio? E cosa si intende per futuro? Una crescita economica di qualsiasi genere oppure una crescita economica che sia anche crescita del senso di cittadinanza in generale?
Cronaca
Verranno celebrati domani, alle 14,30, a Castello di Annone i funerali di Piera Medico, docente del Cpia, investita martedì scorso in piazza Leonardo da Vinci.
Focus
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OltreTanaro
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