In queste prime settimane di gennaio, abbiamo analizzato con il vescovo di Asti Marco Prastaro le sfide e le prospettive per la Diocesi di Asti nel 2025.

Un anno che si presenta come un tempo di riflessione, celebrazione e progettualità: dalla straordinaria opportunità offerta dal Giubileo, al compimento del Sinodo italiano, simbolo di un metodo di lavoro partecipato, padre Marco ci guida attraverso le principali iniziative che attendono la comunità diocesana. 

Tra i temi centrali, una riflessione sui giovani e la Pastorale Giovanile, la formazione ai ministeri laicali, la valorizzazione del patrimonio artistico e storico della Diocesi, senza dimenticare il ruolo dei cattolici nella società, che si sta ripensando totalmente date le circostanze, e la necessità di un rinnovato impegno nella dottrina sociale della Chiesa.

In questo dialogo, il vescovo offre uno sguardo sul futuro prossimo, condividendo la sua visione per una Chiesa che cammina accanto alle persone, risponde alle questioni del presente continuando a essere un punto di riferimento spirituale e culturale per il territorio astigiano.

Per iniziare, un brevissimo bilancio del 2024.

“L’anno passato ci ha visti impegnati nel Sinodo, che è stato più faticoso rispetto al 2023, ed è stato illuminato dall’ordinazione di don Stefano: un segno di speranza. Da mettere in rilievo il ciclo di incontri svolti dalla Pastorale Giovanile, “Fraternity”, e l’esperienza del poliambulatorio Fratelli Tutti, che è andata a regime”. 

Il 2025 si apre con molte aspettative. Quali sono i principali obiettivi che la Diocesi si pone per quest’anno?

“È l’anno del Giubileo: il Giubileo per un cristiano è il momento in cui rivedere i propri rapporti con il Signore, con gli altri e con il Creato. Un tempo di approfondimento della fede e di esperienza della sovrabbondanza della misericordia di Dio. Per questo, tra le varie iniziative, ho anche pensato di proporre durante la Quaresima delle catechesi sui temi della speranza finale per i cristiani (morte, risurrezione, giudizio, paradiso, inferno e purgatorio). Andrà poi a concludersi il Sinodo italiano, con il documento finale che uscirà a ottobre. In questo ultimo anno del cammino sinodale saremo chiamati ad approdare a delle indicazioni pratiche. Il cammino sinodale ci ha permesso soprattutto di imparare un metodo di lavoro, quello del dialogo spirituale, che ha come obiettivo il discernimento della volontà di Dio e che ha come condizione la partecipazione di tutti. Certo, col coinvolgimento di tutti, i processi divengono più lunghi, ma più condivisi e comunitari: appunto, più sinodali. Un appuntamento importante sarà il Giubileo degli adolescenti a fine aprile e dei giovani a fine luglio: stiamo incontrando nelle diverse zone gli adolescenti e i giovani per coinvolgerli e molti stanno accettando l’invito. A fine luglio ospiteremo chi ci ha accolto in Portogallo durante la Gmg: stiamo cercando famiglie che ci aiutino con l’ospitalità mettendo a disposizione dei posti letto. Sarà una grande esperienza di scambio”.

C’è una riflessione particolare che si può fare sui giovani?

“Gli adolescenti richiedono attenzione. Vanno affiancati, bisogna far sentire loro che gli siamo vicini. È importante far capire loro che c’è qualcuno che li ascolta. Quando comprendono che c’è qualcuno che li ascolta, tutto sboccia”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 gennaio 2024

Marianna Natale