Domenica 9 febbraio, alle 11, presso la parrocchia di San Domenico Savio di Asti, Mons. Prastaro presiederà la celebrazione eucaristica diocesana in occasione dell’undicesima Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta di persone il cui tema è “Ambasciatori di speranza: insieme contro la tratta di persone”.
Questa giornata, che si celebra annualmente l’8 febbraio, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crescente piaga della tratta di esseri umani e sulle gravi violazioni della dignità umana a essa legate. Recentemente, il Vaticano ha pubblicato la Dichiarazione Dignitas Infinita, che condanna la tratta come “un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate”. Il documento richiama l’attenzione su crimini come il traffico di organi, lo sfruttamento sessuale di bambini e bambine, il lavoro schiavizzato e il terrorismo, tutti fenomeni che intaccano profondamente la dignità della vittima, riducendola a mero oggetto di sfruttamento.
A livello globale, si stima che 50 milioni di persone siano vittime della schiavitù moderna, un fenomeno che colpisce in modo drammatico donne e bambini. In particolare, oltre il 30% delle vittime identificate sono in età infantile (cifra cinque volte superiore rispetto a quella di 15 anni fa) e il 79% delle vittime di sfruttamento sessuale sono donne e ragazze, spesso sottoposte a violenze fisiche estreme. I migranti, i rifugiati, i richiedenti asilo e le vittime dello sfollamento forzato sono particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento nel loro viaggio migratorio perché le rotte sono pericolose e spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un paese all’altro.
Durante la celebrazione di domenica, Hajia Fatima Naana Issah, operatrice di PIAM Onlus, porterà la sua testimonianza condividendo la sua esperienza personale e il suo impegno nella lotta contro la tratta. La Giornata Mondiale di Preghiera è, infatti, un invito ad agire concretamente contro questa violazione dei diritti umani, promuovendo la speranza attraverso la cura, la misericordia e l’inclusione. Come affermato da Papa Francesco, siamo tutti chiamati a essere “ambasciatori di speranza”, capaci di trasformare le vite con compassione e di costruire un mondo libero da queste atrocità.