Il Monferrato, con il suo paesaggio collinare Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2014, è una terra che intreccia storia, cultura e tradizioni vitivinicole. Qui il vino non è solo un prodotto d’eccellenza, ma un vero e proprio racconto del territorio, espressione di un’identità che si rinnova nel tempo. A custodire e valorizzare questa eredità, uno dei principali attori è il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, realtà che tutela 13 denominazioni e si fa promotore di iniziative per la diffusione della cultura enologica monferrina.

“Il nostro compito non è solo quello di proteggere una tradizione, ma anche di guidarne l’evoluzione – afferma il presidente Vitaliano Maccario –: Lavoriamo per coniugare rispetto per le radici e proiezione verso il futuro, con un occhio attento alla qualità e alla sostenibilità”.

A inaugurare il calendario degli eventi 2025 sarà l’Anteprima del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, in programma il 31 marzo all’NH Collection Piazza Carlina di Torino. Una giornata che metterà sotto i riflettori una delle denominazioni più affascinanti del Monferrato, offrendo ai partecipanti la possibilità di scoprire in anteprima l’ultima annata di questo vitigno raro e identitario.

L’evento si articolerà in due momenti: una degustazione alla cieca riservata a stampa e operatori del settore, per un’analisi tecnica approfondita delle nuove etichette, e un’area espositiva con banchi d’assaggio aperti anche al pubblico, dove i produttori racconteranno storia e caratteristiche del Ruchè. Un’occasione unica per approfondire le peculiarità di questo vino che si distingue per profumi di rosa appassita, spezie e frutti rossi maturi, unendo eleganza e intensità espressiva.

Il Ruchè di Castagnole Monferrato è una delle gemme enologiche del Monferrato astigiano, coltivato in una ristretta area della provincia di Asti, tra Castagnole Monferrato e pochi altri comuni limitrofi. Il suo riconoscimento come DOC risale al 1987, mentre la DOCG è arrivata nel 2010, suggellando una crescita costante che oggi vede la produzione superare il milione di bottiglie. La sua rinascita è legata alla figura di Don Giacomo Cauda, il parroco che negli anni Sessanta riscoprì e valorizzò questo vitigno semi-dimenticato, trasformandolo in un simbolo della viticoltura locale.

Attraverso questa anteprima, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ribadisce il proprio impegno nella valorizzazione delle denominazioni locali, confermando il ruolo chiave del vino come ambasciatore del territorio. Eventi come questo non sono solo momenti di degustazione, ma veri e propri strumenti di divulgazione e promozione, capaci di raccontare il valore di un paesaggio e della sua storia attraverso il calice.