Mario Renosio è il nuovo presidente provinciale dell’Anpi di Asti. Classe 1961, storico e già direttore scientifico dell’Israt (Istituto storico della Resistenza di Asti), Renosio, che negli ultimi anni aveva svolto il ruolo di vicepresidente vicario, è stato votato all’unanimità dal comitato dell’associazione nella riunione tenutasi a Palazzo Ottolenghi. Alla vicepresidenza sono stati confermati Maurizia Giavelli e l’avvocato Guido Cardello.
Renosio, lei prende il posto di Paolo Monticone. Cosa significa per lei e per l’Associazione nazionale Partigiani?
“Paolo ha presieduto per anni con grande passione e impegno personale l’Anpi astigiana. È stato il primo presidente non partigiano, cosa che ha imposto un cambio generazionale e di prospettiva. Con la sua grande capacità di mediare, pur tenendo fermi i principi fondamentali dell’antifascismo, si è conquistato autorevolezza ed è riuscito a rilanciare l’associazione, che prima del suo arrivo contava poco più di 100 iscritti. Si è spento il 10 febbraio a 82 anni. Questi ultimi sono stati anni difficili, in cui la sua malattia ci ha accompagnato e fortemente commosso”.
Che Anpi riceve in eredità, anche alla luce del fatto che i testimoni diretti della lotta partigiana sono sempre meno?
“Oggi l’associazione conta 400 iscritti nella provincia tra le sezioni di Asti, Canelli, Costigliole-Calosso, Portacomaro- Scurzolengo, Rocchetta Tanaro e Monastero Bormida. In questi anni tanti ex partigiani sono venuti a mancare, ma i valori che 80 anni fa hanno spinto ragazzi di 20 anni a rischiare la propria vita combattendo per la nostra libertà sono sempre validi, e sono quelli fissati nella Costituzione, anche se sempre più spesso vengono attaccati. L’Anpi mantiene le proprie radici profonde nella lotta partigiana per la libertà, ma il nostro impegno va al di là del doveroso ricordo e della celebrazione. Lavoriamo per costruire un confronto con la società civile e ricostruire una rete di relazioni per sensibilizzare a questi valori”.
Come?
“Organizziamo momenti aggregativi e di confronto, collaborando anche con altre associazioni, facendo concerti, presentazioni di libri, dibattiti e, ultimamente, anche passeggiate in luoghi di interesse storico-partigiano, che uniscono il ricordo alla sensibilizzazione ambientalista. La sfida di oggi è riuscire a coinvolgere i giovani anche attraverso i social, perché vivano informati e siano in grado di compiere ogni giorno scelte di vita guidate dai valori di libertà, giustizia, democrazia, solidarietà e tolleranza”.
Lei diventa presidente in un periodo particolare della storia italiana, europea e mondiale. Qual è oggi il messaggio dell’Anpi?
“Ci avviciniamo agli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo e siamo in un mondo sull’orlo della guerra. In Europa, e non solo, avanzano movimenti dichiaratamente neofascisti e neonazisti. In questo contesto internazionale il ruolo dell’Anpi è ancora attuale e con esso i valori di tolleranza, accoglienza, pace e separazione tra i poteri, che appartengono al patrimonio genetico della nostra associazione. L’‘escalation’ bellica a cui stiamo assistendo, accompagnata anche dalla falsificazione delle informazioni, finisce per avvalorare interpretazioni sbagliate. La grande partecipazione popolare al voto in Germania ha contribuito a limitare l’avanzata di una destra neonazista, ma ci sono 10 milioni di tedeschi che hanno votato per un partito di estrema destra. Anche se Afd non entrerà nella coalizione di governo, c’è un disagio che deve essere intercettato per impedire che si ritorni indietro di 100 anni di storia. Oggi fare resistenza è tenere ferma la barra dei valori che hanno guidato la lotta partigiana”.
L’INTERVISTA COMPLETA SUL NUMERO DELLA GAZZETTA D’ASTI IN EDICOLA DA VENERDì 7 MARZO 2025
Elena Fassio