“Da venti giorni abbiamo perso i contatti con il nostro inviato Domenico Quirico, in Siria per una serie di reportage dalla zona di Homs”: a dirlo è il direttore de La Stampa, Mario Calabresi. Allertata l’Unità di Crisi della Farnesina mentre fonti del Ministero degli Esteri, confermando la notizia, rendono noto che il neoministro Emma Bonino segue personalmente il caso. Nell’estate del 2011 l’astigiano Domenico Quirico era stato rapito in Siria insieme ai tre colleghi Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera e Claudio Monaci di Avvenire. “Due settimane di ricerche, fatte in modo silenzioso e riservato ma in ogni direzione, coordinate dall’Unità di crisi della Farnesina, non hanno dato sinora alcun risultato concreto – scrive Mario Calabresi – e così abbiamo condiviso con le autorità italiane e la famiglia la decisione di rendere pubblica la sua scomparsa, sperando di allargare il numero delle persone che potrebbero aiutarci ad avere informazioni. D’accordo con la famiglia dopo sei giorni di silenzio, lunedì 15 aprile, abbiamo avvisato l’Unità di Crisi della Farnesina del viaggio di Quirico e del suo silenzio. Il giorno dopo abbiamo fornito ogni elemento sui suoi spostamenti per far partire le ricerche. Ricerche che non si sono mai interrotte, e di cui apprezziamo gli sforzi fatti in ogni direzione, ma dal terreno fino ad oggi non sono arrivati segnali di alcun tipo. La scelta di non dare notizia e non pubblicizzare la scomparsa è stata presa, in accordo con le autorità italiane, per evitare di attrarre l’attenzione su Domenico in una zona ad alto rischio di sequestri. Nell’ipotesi che potesse essere in una situazione di difficoltà e cercasse di uscire, ci è stato spiegato che era bene non dare visibilità alla sua presenza. La grande angoscia delle sua famiglia e di tutti noi, colleghi e amici di Domenico, finora è stata tenuta riservata e anche gli amici che ha nelle altre testate hanno rispettato questo silenzio che speravamo favorisse una soluzione. Purtroppo non è stato così e per questo abbiamo ora deciso di rendere pubblica la sua scomparsa”.