Un sacrificio d’amore, di quelli con cui si rinuncia a se stessi e alla propria esistenza per seguire l’altro. Eufrosina Vistarini non ha dubbi quando il marito Corrado Confalonieri decide di abbracciare la via religiosa: anche lei andrà in convento, rimanendogli fedele nonostante lui, temendo venisse sfruttata dal rivale Galeazzo Visconti per punirlo, non le abbia confessato una grave colpa.

“La storia di Corrado e Eufrosina è la dimostrazione che chi ama veramente lascia l’altro libero”, osserva Corrado Occhipinti Confalonieri durante il secondo appuntamento della rassegna Storie dal Medioevo. È stato lui, ultimo discendente della famiglia Confalonieri, a ripescare quella vicenda avvenuta nella Piacenza del Trecento nel romanzo “La moglie del santo” (Minerva). Una storia a cui lo scrittore è particolarmente legato: perché quel suo omonimo, poi diventato san Corrado patrono di Noto, era un suo avo.

E così, scartabellando nella Biblioteca di Piacenza, Occhipinti Confalonieri ha recuperato testimonianze, documenti, cronache del tempo poi confluiti in una narrazione certamente romanzata ma sostenuta da solide basi storiche. “Eufrosina apparteneva a una famiglia ghibellina di Lodi, mentre la famiglia di Corrado era guelfa – racconta l’autore -. Quando Galeazzo Visconti diventa signore di Piacenza nel 1315, la famiglia Confalonieri perde il suo potere cittadino”. L’unica soluzione è organizzare un matrimonio tra Corrado e Eufrosina, sfruttando l’amicizia tra i Vistarini e i Visconti. “Ma quello che inizialmente sembrata uno dei tanti matrimoni combinati, si rivelerà una grande storia d’amore”, continua Occhipinti Confalonieri. Eufrosina intercetta un malessere che il marito non aveva il coraggio di affrontare. Da qui parte la storia di come Eufrosina aiuterà Corrado a trovare la sua vera strada, arrivando così a compiere il suo grande sacrifico.

Forse il merito principale di questo romanzo sta nell’aver portato alla luce una storia che nelle agiografie di Corrado Confelonieri era totalmente nascosta, messa da parte. Secondo l’autore, “la figura di Eufrosina era scomoda per le istituzioni dell’epoca. Il suo comportamento era fuori dagli standard di una donna medioevale”. E allora una fonte importante si rivela la tradizione orale: “Quando mi sono recato a Noto – ricorda Occhipinti di Confalonieri -, mi hanno parlato di una statua dell’Immacolata che i cittadini chiamano Eufrosina, in ricordo di quell’antico amore tramandato di generazione in generazione”.

Il prossimo appuntamento con Storie dal Medioevo

Il prossimo appuntamento di Storie dal Medioevo, alle 18 di mercoledì 23 aprile al Battistero di San Pietro, farà un salto geografico e temporale spostandosi in Norvegia. Per tanto tempo caduti nell’oblio, i romanzi della trilogia di Kristin Lavransdatter, scritti dalla premio Nobel 1928 Sigrid Unset, verranno presentati da Andrea Berardini, traduttore della nuova edizione italiana pubblicata da Utopia.

Alberto Gallo