Stefania Sterpetti è la nuova Garante delle persone private della libertà per il carcere di Asti. E la sua nomina a poche ore dall’elezione arrivata nel corso dell’ultimo consiglio comunale, ha già suscitato un mare di polemiche a sfondo “razzista”. Ma partiamo dall’inizio: Sterpetti ha raccolto 14 preferenze, prendendo così di fatto il posto di Paola Ferlauto, che a marzo si era dimessa per motivi personali.
Laureata in Medicina e Chirurgia è medico dell’Asl At, militante di Fratelli d’Italia fa parte anche della commissione Pari opportunità della Provincia.
Tra i sette diversi curricula arrivati c’erano anche quelli di Luca Tomatis, educatore, e Domenico Massano, volontario dell’associazione Effatà. Trenta i consiglieri votanti: 12 i voti per Massano, 14 per Sterpetti, due per Tomatis e due schede bianche. Tra i candidati è stata quindi votata Sterpetti.
Come abbiamo detto però l’elezione non è piaciuta a molti per colpa di alcuni post che Sterpetti avrebbe pubblicato sui propri profili social.
Vittoria Briccarello di Unitisi Si può ha sollevato la polemica più dura, sostenuta anche da Michele Miravalle, consigliere del Pd e da Mario Malandrone (Ambeinte Asti)
La nomina, a titolo gratuito, spetta al Consiglio comunale, che, Briccarello “avrebbe dovuto individuare una figura competente, super partes e consapevole del ruolo di garanzia da ricoprire. Non una nomina partitica, insomma”.
Ma non sarebbe stato così, almeno per la minoranza: “Piccolo problema: esplorando le copiose esternazioni pubbliche via social della neo eletta garante comunale, si leggono frasi del tipo ‘visto che non c’è la pena di morte si tolgano di mezzo da soli’ (riferita ad una persona detenuta in sciopero della fame), insulti a rappresentanti politici con termini quali ‘mongolino’ e ‘demente’ La neo garante dichiara che preferisce ‘essere considerata razzista’ e paragona i migranti a ‘ciarpame’, rilanciando in modo seriale post di fake news di stampo razzista”.
Come abbiamo detto tra i candidati c’era anche Massano, una figura molto attiva all’interno della casa di reclusione di Asti. “Non è stato eletto, pur raccogliendo un buon consenso, Domenico Massano, esponente astigiano di Amnesty International e assiduo volontario di Effatà, principale organizzazione di volontariato che opera nella casa di reclusione di Quarto e curatore di diversi progetti, tra cui la “Gazzetta dentro”, giornale scritto da persone detenute – continua Briccarello -. Di fronte a tutto ciò chi chiediamo: che valore ha il garante dei detenuti? Perché di fronte a una candidatura di livello si cede il passo a una nomina pretestuosa e disfunzionale? Che senso ha che il Comune sostenga le attività svolte dall’associazione di volontariato in ambito #carcerario se poi, nei fatti, ne disdegna le candidature? Fratelli d’Italia ormai spadroneggia nella destra cittadina, il cui centro non è pervenuto: siamo oltre a lavorare contro il territorio, lavorano contro tutto ciò che non è allineato con loro, a discapito del bene comune
Sulla nomina è intervenuto anche Malandrone (Ambiente Asti). “Nominare il garante dei detenuti senza collegamento con ciò che avviene in carcere , che non ha esperienza e con idee che sono pre Beccaria sulla pena di morte, esternare sui social dove si augura la morte per un detenuto, con derive non certo legati alla rieducazione e al mandato che è di garante per chi è detenuto che significato ha? Quale è il ruolo che avrà tale garante ? Cosa pensa del ruolo rieducativo del carcere? Cosa pensa dei migranti in carcere? Cosa pensa delle attività formative in carcere? Queste sono domande che mi piacerebbe porre al nuovo garante dei detenuti, in che modo le sue visioni esternare sui profili social scompariranno per lasciare spazio al suo ruolo che è di garanzia per i diritti dei detenuti?”, ha scritto in un lungo post Facebook.
E ancora il riferimento va alle altre due candidature, quella di Massano e di Tomatis: “C’erano altre due candidature preparate sul tema del carcere , sui diritti dei detenuti , sul lavoro sociale che si svolge in carcere ,ma si è scelta questa candidatura il che ha dell’incredibile – conclude il consigliere di Ambiente Asti -. Farlo il giorno in cui si ricorda papa Francesco, la cui ultima visita è stato proprio il carcere e che aveva a cuore i diritti dei detenuti è ancora più surreale e agghiacciante”.
L’intervento dell’onorevole Marcello Coppo
Sulla questione è subito intervenuto anche l’onorevole Marcello Coppo (Fdi)
“Resto sinceramente stupito dall’accanimento mediatico e politico che in queste ore si sta abbattendo sulla dott.ssa Stefania Sterpetti, recentemente nominata Garante dei detenuti del Comune di Asti – ha dichiarato – Parliamo di una donna che, nella sua vita professionale come in quella pubblica, ha sempre dimostrato un attaccamento esemplare al proprio lavoro e una profonda umanità. In oltre trent’anni di servizio come dirigente medico, e nel suo impegno in commissioni delicate come quella per le Pari Opportunità del Comune di Asti – dove ha operato dal 2018 al 2022 senza che alcuno abbia mai sollevato obiezioni – la dott.ssa Sterpetti ha rappresentato un esempio di dedizione e sobrietà istituzionale”.
E ha aggiunto: “Come Fratelli d’Italia abbiamo ritenuto, su un tema non prettamente politico, di lasciare libertà di voto. Una decisione rispettosa della sensibilità personale e dell’autonomia dei nostri consiglieri comunali. E siamo convinti che la dott.ssa Sterpetti svolgerà questo nuovo ruolo con la stessa competenza e serietà che l’hanno sempre contraddistinta. Dispiace constatare che ci sia ancora chi, a sinistra, ritiene legittimo attaccare persone – e in questo caso una donna – non per ciò che fanno o per come lavorano, ma semplicemente per il fatto di non appartenere al loro campo ideologico. È una deriva settaria e intollerante, che nulla ha a che vedere con il merito o con l’interesse reale dei detenuti che la Garante sarà chiamata a tutelare”.
I consiglieri comunali di Prendiamoci Cura di Asti
Anche i consiglieri di Prendiamoci Cura di Asti sono intervenuti nel merito:
Vorremmo esprimere, come Consiglieri eletti della lista Civica “Prendiamo Cura di Asti” alcune brevi considerazioni in merito alla vicenda della nomina del nuovo “Garante dei Diritti delle persone private della Libertà” per la città di Asti.
Altri amici Consiglieri dell’Opposizione in Consiglio hanno già ampiamente segnalata l’inappropriatezza di una nomina che sacrifica per l’ennesima volta l’interesse collettivo sull’altare dell’interesse di partito. Non si può definire in altro modo la assoluta mancanza di considerazione dimostrata, nella valutazione dei curricula dei candidati, per l’esperienza professionale ed umana maturata nell’ambito specifico carcerario.
A tal proposito le Linee Guida tra ANCI d il Garante Nazionale recitano tra i requisiti auspicabili per la nomina dei rappresentanti nominati dai Comuni:
“.. ruolo che necessita di formazione ed esperienza sul campo nell’ambito della promozione e della tutela dei diritti Umani, in particolar modo in quello della privazione della libertà personale e dell’Esecuzione penale”.
Ci si potrebbe allora domandare, dopo quanto accaduto, perché mai si continui a richiedere, ai candidati a ricoprire ruoli istituzionali più o meno importanti, informazioni sulle capacità acquisite e dimostrate nella materia specifica: basterebbe dimostrare, senza altro merito, l’appartenenza, la sintonia col partito dominante.
Questo esempio, ma ad Asti ve ne sono stati certamente altri, confermano nel cittadino l’impressione che la politica sia campo del tutto avulso dal resto della vita sociale, ove in realtà vigono regole di comportamento, leggi non scritte che eludono quelle dello Stato e finalizzate esclusivamente alla gestione ed al mantenimento del potere, sotto qualsivoglia forma sia rappresentato.
Non ci si può stupire allora del progressivo e sembra inesorabile declino dell’interesse dei cittadini per la vita politica. Quello che dispiace particolarmente è che alle stesse conclusioni giungano persone di buona volontà, disposte a lavorare con impegno ed onestà non esclusivamente per la progressione personale ma anche nell’interesse della collettività. Quanto ci mancheranno queste persone!
L’intervento della Camera Penale di Asti
L’esito dell’elezione del Garante delle persone private della libertà per il carcere di Asti lascia attoniti, considerato che, da quanto si apprende dagli organi di informazione, il soggetto designato, meno di un quinquennio fa, ebbe a postare, sul proprio profilo Facebook, commenti assolutamente incompatibili con il delicatissimo ruolo che andrà a ricoprire, ovvero di tutelare i diritti dei detenuti tramite un costante monitoraggio delle condizioni di vita inframurarie.
sufficiente pensare all’inquietante record in negativo dei suicidi nelle carceri italiane
nell’anno 2024 – ben 90 – oltre che all’incessante ritmo con cui i detenuti si sono tolti la vita nei primi mesi del 2025 – a tutt’oggi si conta il numero di 28 suicidi – per ritenere decisamente inadeguata una persona che, con riferimento allo sciopero della fame annunciato da un detenuto giunto agli oneri della cronaca nazionale, auspicava testualmente che: “VISTO CHE NON C’È LA PENA DI MORTE…. CHISSÀ …… FOSSE LA VOLTA BUONA CHE SI TOGLIE DI MEZZO DA SOLO”.
All’assordante silenzio della politica nazionale di fronte alle reiterate richieste di interventi risolutivi delle condizioni disumane in cui vivono molti soggetti privati della libertà personale, la politica locale si adegua designando, quale Garante, una persona che per le sue stesse pregresse manifestate opinioni si appalesa totalmente inidonea al ruolo.
I volontari dell’associazione Effatà: che peccato!
Che peccato perdere l’occasione così significativa rappresentata dalla nomina di un nuovo Garante comunale delle persone private della libertà e non farne un momento che avrebbe potuto illuminare l’importanza della giustizia sociale e della dignità umana.
Che peccato, quando chi ha il privilegio di essere al servizio della comunità sceglie di manifestare il suo potere invece di privilegiare lo spirito di servizio, dimenticando che la vera “Politica” parte dall’ ascolto e dal riconoscimento delle competenze, anche quelle di chi non la pensa come te.
Che peccato vedere sfumare l’opportunità di essere un garante di chi ha perso la libertà personale, di portare conforto e speranza a chi vive ai margini.
Che peccato ignorare le parole di Papa Francesco, così potenti nel loro richiamo alla compassione e all’accoglienza, e non tradurle in azioni concrete.
Che peccato, inteso proprio in senso cristiano, dove il peccato non sta solo nell’errore ma nella consapevolezza di poter scegliere il bene e decidere altrimenti. Ma è proprio nel “che peccato” che si cela la possibilità di redenzione. L’umiltà di riconoscere gli errori, di mettere da parte la vanità e di ritornare al vero spirito di servizio, può trasformare un peccato in occasione di grazia. Chi si proclama cattolico praticante ha il dovere morale e spirituale di fare questo passo, di lasciare che l’umiltà superi l’orgoglio e che il cuore torni alla sua missione originaria: servire gli altri con amore.
Che peccato anche dal punto di vista di coloro che semplicemente hanno a cuore i valori della solidarietà e della coesione sociale indicati dalla Costituzione.
Ancora una volta chi ne ha la possibilità, ci ripensi non perda un’altra occasione.
Il Coordinamento Asti Est
Il Coordinamento Asti Est unisce la sua voce alle tante che stanno contestando la designazione di Stefania Sterpetti a Garante dei detenuti di Asti. C’è un vecchio detto astigiano che recita: “la galera è mica fatta per i cani, è fatta per i cristiani”, dove ‘cristiani’ – nel linguaggio dei tempi andati – sta a significare semplicemente esseri umani. Vuol dire che chi commette un reato va in prigione ma non per questo perde la sua qualifica di essere umano, non diventa un animale o un sub-umano (o untermenshen come dicevano i nazisti, quelli di cui il 25 aprile celebriamo la sconfitta, loro e dei loro amici fascisti). Persone quindi, non antropologicamente differenti da quelle che stanno fuori, sempre comunque appartenenti alla razza homo sapiens, che è l’unica esistente. Questa elementare consapevolezza dovrebbe essere il minimo sindacale per un Garante dei detenuti, forse il minimo sindacale per potersi definire essere umani. Ma abbiamo appena detto che esseri umani lo siamo tutti, quindi lo è anche Sterpetti nonostante le sue affermazioni abominevoli, tipo augurarsi la morte dei detenuti o definire i migranti ‘ciarpame’. Certo inquieta pensare che costei è stata un medico, non esiste più il giuramento di Ippocrate? Il giuramento che i medici devono sottoscrivere e che li impegna ad alleviare le sofferenze? Rileviamo altresì, una volta di più, la ferocia sociale dei partiti di governo, segnatamente Fratelli d’Italia che è il vero vincitore di questa partita. Il modello è quello della discarica sociale, che si tratti di galere, che si tratti di lager per migranti in Albania o in Libia, che si tratti dei senza casa o delle periferie delle nostre città. L’importante è confinare gli indesiderabili da qualche parte, non vederli, non occuparsene. Lorsignori si rassegnino: ci sarà sempre chi se ne occupa, noi e tanti altri lo faremo. Buon 25 aprile.