provinciaTorna d’attualità il futuro della Provincia di Asti. L’ultima proposta, in ordine di tempo, arriva dalla Società Geografica Italiana che in uno studio di 140 pagine presentato il 20 luglio scorso, dal titolo “Il riordino territoriale dello Stato. Riflessioni e proposte della Geografia Italiana”, immagina un’Italia suddivisa in 36 nuove regioni che sostituirebbero le attuali 110 province, per “diventare i centri propulsori della gestione amministrativa e dello sviluppo in un rinnovato ‘patto di cittadinanza’ (lo studio può essere letto o scaricato dalla home-page www.societageografica.it). Nel caso del Piemonte dalle 8 province di oggi si passerebbe a 3: Torino, Novara – Vercelli – Aosta, Cuneo – Asti – Alessandria che verrebbe denominata “Le Langhe”. La prima critica allo studio della SGI, che è già stato illustrato nel tavolo tecnico al Ministero degli Affari Regionali, arriva da Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte: “L’impressione è che si sta assistendo ad una proposta di riscrittura del sistema delle autonomie locali fatta a tavolino da persone che non hanno avuto alcun contatto, almeno in Piemonte a quanto mi risulta, con chi vive la realtà di governo locale tutti i giorni. La Società Geografica Italiana sostiene di aver agito per creare un sistema basato sulla competitività e sulla sostenibilità, dimenticando completamente un fattore fondamentale costituito dalla storia e dalle tradizioni di un territorio e delle genti che lo abitano. Nel merito del Piemonte, non si comprende per quale motivo si parli di sistema Langhe, unendo un territorio assai più vasto della Langa geograficamente riconosciuta e si dimentichi completamente il Monferrato, con la sua storia e il suo passato di Stato europeo nel Medioevo”. Iaretti promette battaglia: “A partire da settembre/ottobre il Movimento Progetto Piemonte organizzerà tavole rotonde ed incontri per sensibilizzare il mondo politico, economico e culturale piemontese su questo grave pericolo. Ribadiremo inoltre ai sindaci delle città monferrine la necessità della convocazione degli Stati Generali del Monferrato”. U.G.