Conto alla rovescia sulla corsa storica del Palio di Asti. Il vero protagonista, con sfilata e fantini, è il mossiere: Renato Bircolotti. A poche ore dal via ufficiale, le sue parole. Qual è il suo stato d’animo per l’edizione 2013? Tranquillo. Come sempre metterò tutta la mia esperienza per, spero, un buon lavoro. Cosa significa essere “veterano” alla mossa astigiana? C’è un lato positivo e uno negativo. Vuol dire avere la fiducia di tutti per diversi anni. Allo stesso tempo ti fa capire che devi continuare a lavorare sulla linea che hai sempre mantenuto per non perdere proprio questa fiducia. Ci si ricorda maggiormente di un anno andato male, che quelli andati bene. E anche per me ci sono stati anni migliori e peggiori, come accade in una mossa. E’ normale che a caldo vedendo il proprio cavallo, magari non in finale, si dia anche la colpa al mossiere. Con il tempo, valutato con calma, magari si cambia opinione sull’operato del mossiere. Sono contento che come riscontro ci sia sempre la mia riconferma. Per me è un grosso regalo che ricevo da Asti. Cosa si aspetta dal Palio di Asti 2013? Quello che spero, e mi interessa più di tutto, è che sia fatta un’ottima scelta dei cavalli. Non arrivare a quei problemi che portano ad allungare i tempi. Cavalli che scalciano, che non vanno al canapo. Se metto in atto le regole che abbiamo concertato in aprile con i rettori, probabilmente Renato Bircolotti non tornerà più ad Asti. Però con quelle regole alcuni Rioni non potranno correre il Palio. Spero sia lineare anche il lavoro dei fantini: dimostrare la propria professionalità rispettando tutto quanto. L’intervista completa sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 13 settembre 2013. Giuseppe Pio