Oggi, lunedì 11 novembre, giorno di San Martino, chiude tradizionalmente l’annata agraria. Quella appena terminata sarà ricordata per l’anomalo andamento climatico che ha influito sui tempi di semina e, in alcuni casi, riducendo i quantitativi del raccolto. La primavera è stata ovunque molto piovosa e ha costretto non solo a rinviare la semina dei cereali, ma spesso a riseminare a causa degli allagamenti che hanno impedito la maturazione. Tutto ciò ha comportato un aumento considerevole dei costi di produzione. In alcune zone del Piemonte il periodo estivo è stato siccitoso e in altre, al contrario, molto piovoso, con grandinate che hanno compromesso la resa, saltuariamente la qualità. I tempi di raccolta hanno subito un ritardo di diverse settimane: è il caso del mais, del riso e della vendemmia. Per gli allevatori si archivia un’annata difficile: agli elevati costi di produzione si somma, per il comparto lattiero, l’incertezza per la mancanza dell’accordo con l’industria sul prezzo del latte alla stalla, e per il comparto carne un’ulteriore contrazione dei consumi che pesa sul bilancio delle aziende zootecniche. Il calo dei prezzi finali di vendita dell’ortofrutta peggiora la situazione per i coltivatori, che da tempo non riescono a spuntare quotazioni migliori per il prodotto all’origine. Sul fronte vitivinicolo la vendemmia 2013 è quantitativamente abbondante: fino al 20% in più rispetto al raccolto 2012, con qualità elevata. Uno sguardo alla natimortalità delle imprese agricole conferma il trend negativo, in Piemonte come in Italia. I dati Unioncamere del terzo trimestre 2013 rivelano un calo del 3,4% del numero delle aziende nella regione subalpina: 58.008 rispetto a 60.074 di fine 2012. Se l’andamento sarà confermato, si tratta del peggior risultato degli ultimi tempi per il comparto in termini numerici. Settembre registra una spesa Feasr di 66,5 Meuro pari a 137,7 Meuro di spesa pubblica sostenuta. Nel trimestre luglio-settembre 2013 sono state rendicontate spese per 212 meuro di quota Feasr (corrispondenti a 428 meuro di spesa pubblica). Da inizio programmazione ad oggi sono stati erogati 5.194 Meuro di contributi comunitari (pari a 10.376 Meuro di spesa pubblica) cui occorre aggiungere 580 milioni di euro a titolo di anticipo del 7%. L’avanzamento complessivo della spesa, al netto degli anticipi, risulta pari a 58,58%. Entro il 31 dicembre 2013 rimangono da liquidare risorse per 538 meuro, di cui 382 meuro nelle regioni convergenza e 150 meuro nelle regioni competitività. Le misure fiscali introdotte lo scorso anno hanno messo a dura prova le imprese agricole. L’introduzione dell’IMU lo scorso anno sui fabbricati rurali ha comportato un aggravio calcolato, a livello nazionale, di 166 milioni di euro in più rispetto quello previsto dal governo. Per questo Confagricoltura, tramite Agrinsieme (il coordinamento tra la Confederazione, la Cia e Alleanza Cooperative) ha chiesto in questi giorni all’Esecutivo che i terreni agricoli e i fabbricati rurali dal 1° gennaio 2014 non siano più soggetti alla stessa disciplina IMU del 2012. Il disegno di legge di stabilità delinea prospettive che vanno ad appesantire il carico fiscale sulle imprese agricole su più fronti: per il tributo sui servizi comunali (TRISE) introdotto dal disegno di legge stabilità, Agrinsieme ha evidenziato che la TASI (una delle due componenti del nuovo tributo), nella sua attuale formulazione, verrebbe a colpire le aree edificabili, anche se oggetto di esercizio di attività agricola da parte di soggetti qualificati, quali i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, che invece dovrebbero essere escluse. Per quanto riguarda gli oneri a carico delle imprese, così come eventuali ulteriori deduzioni sulla base imponibile Irap di altri elementi che compongono il costo del lavoro, Confagricoltura chiede che siano applicate anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato stabili, ossia reiterati per più anni con lo stesso lavoratore, per almeno 101 giornate l’anno (come richiesto congiuntamente con i sindacati dei lavoratori negli avvisi comuni del 2009 e del 2012). Infine la questione della tassazione delle società agricole, per cui si chiede che venga ripristinato il diritto di opzione per la determinazione del reddito su base catastale, abrogato dalla legge di stabilità 2013. Una disposizione introdotta dalla legge finanziaria 2007 con la finalità di dotare il settore agricolo di strutture di tipo societario per affrontare le sfide dello sviluppo e dell’internazionalizzazione, la cui abrogazione è in palese controtendenza con le attuali necessità della nostra agricoltura.