Medicina di relazione e alto valore aggiunto del lavoro in rete sono state le parole guida della tavola rotonda che ha rappresentato il culmine “informativo” della Giornata Mondiale del Diabete svoltasi domenica scorsa nell’originale spazio incontri del piano 0, dell’Ospedale Cardinal Massaia. Nella mattinata molti concittadini (132 da quanto espresso dai report statistici forniti a fine giornata) si sono sottoposti al percorso proposto; su questo campione il 48.3% ha documentato un basso rischio (meno del 20%) di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni, il 41.4%, ha documentato un rischio medio (1 probabilità su 3) di sviluppare il diabete a 10 anni, mentre l’ 8.0% ha documentato un alto rischio (più del 50%) di sviluppare il diabete a 10 anni e solo il 2.3% delle persone che si sono sottoposte al percorso, dimostrano un rischio molto alto (più del 90%) di diventare diabetiche nei prossimi 10 anni. Il buono (48.3%) ed accettabile (41.4%) profilo di salute (complessivamente l’89.7% del campione valutato), conferma l’importanza dell’intervento sullo stile di vita quale provvedimento prioritario per la prevenzione del diabete in particolare e più in generale di promozione della salute nella nostra popolazione. Questo dato di particolare attenzione agli “stili di vita” è stato sottolineato dalla D.ssa Paola Pisanti, Dirigente Ministero della Salute e Presidente della Commissione Nazionale del Diabete, nel suo intervento di presentazione del Piano Nazionale sulla malattia Diabetica, redatto dal Ministero della Salute tramite la Commissione Nazionale Diabete, e diventato ufficiale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2013. Il Piano contempla le modalità con cui devono essere organizzate le attività di prevenzione, educazione ed assistenza alle persone con diabete e, per la prima volta nel nostro paese, lo fa con un piano dedicato anziché tramite il Piano Sanitario Nazionale, allineandosi alle raccomandazioni del Parlamento Europeo (risoluzione del 12.3.2012). Dall’analisi della situazione di attuazione di questi indirizzi sul territorio nazionale e in quello regionale dove esiste da molti anni una consolidata rete di assistenza diabetologica e vi sono elementi quanto mai favorevoli all’applicazione del nuovo Piano, emerge con vigore un dato di eccellenza per la diabetologia dell’ospedale di Asti. Giustamente orgoglioso del lavoro maturato in Asti, il dr. Gentile ha sottolineato, a più riprese, il senso della collaborazione in atto con le farmacie e il medico di base, a cui si devono aggiungere le sinergie istituzionali, con il patrocinio di Ministero della Salute, con gli Ordini Professionali e le organizzazioni di volontariato. L’iniziativa è promossa congiuntamente dall’ASL di Asti-SOC Diabetologia e l’Associazione di Volontariato SOS Diabete, efficacemente guidata dal suo presidente dr. Labaguer. Si è percepito, da molti dettagli di attenzione emersi nel corso della giornata e della tavola rotonda, il senso concreto ed efficace dell’alleanza messa in campo, con sinergia di azione ed intenti tra SOC Diabetologia e SOS Diabete, nelle varie fasi del percorso di approccio alla patologia (prevenzione del diabete/diagnosi precoce/prevenzione delle complicanze), valorizzando la centralità della persona ad iniziare dal tener conto delle esigenze e delle caratteristiche del singolo paziente, nell’ottica della personalizzazione della terapia. Anche lo spazio artistico affidato al Maestro Sergio Scappini, titolare della prima cattedra di fisarmonica in Italia, presso il conservatorio “Gioachino Rossini” e musicista di fama internazionale, ha espresso la volontà di voler affidare al linguaggio della musica le dimensioni di passione, fiducia e senso di appartenenza che univa i convenuti (Maestro compreso) e realizzare una preziosa cerniera tra la prima fase della giornata, orientata alla prevenzione, e quella conclusiva, divulgativa ed istituzionale Un dato rilevante che avvicina “cura” e “persona assistita” (come recentemente precisato dal codice deontologico dell’ordine dei medici); una sottolineatura sempre più evidente anche grazie al prezioso impegno del volontariato speso per creare cultura di attenzione a quanto è pertinenza del “viver sano”: impegno e dono da guardare con ammirazione sottolineata da un particolare plauso.