Si chiude oggi con l’intervista a Maurizio De Giovanni, finalista al Premio Viareggio – Repaci con Vipera, ed. Einaudi il giro di interviste realizzato in esclusiva per la Gazzetta d’Asti agli scrittori finalisti al Premio Asti d’Appello. Il vincitore sarà proclamato oggi a Teatro Alfieri. A tutti abbiamo fatto le stesse domande: Fausta Garavini, Giovanni Cocco, Vincenzo Latronico, Lidia Ravera, Letizia Muratori, Carola Susani Anna Maria Falchi e Alessandro Perissinotto e Paolo di Paolo. Come descriverebbe “Vipera”? “Vipera” è una storia ambientata a Napoli nel 1932, e parte dall’omicidio di una prostituta famosa, soprannominata appunto Vipera, la più bella della città nel più raffinato bordello del centro. Indaga il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, cilentano introverso e silenzioso, che ha la caratteristica non condivisa né condivisibile di poter ascoltare l’ultimo pensiero dei morti di morte violenta”. Qual è la sua esperienza e quale il suo giudizio sui premi letterari in Italia? “Credo onestamente che la componente editoriale prevalga sul giudizio di valore, peraltro impossibile quando non c’è omogeneità di argomento, genere o struttura tra i testi in concorso. Tuttavia tutto quello che possa in qualche modo incentivare la lettura è valido, quindi ben vengano i premi se alzano il livello di attenzione sui libri e portano persone in libreria”. Cosa pensa degli altri scrittori in concorso e del Premio Asti d’Appello? “Certo, sono prima di tutto un lettore forte e sono molto orgoglioso di essere in questo novero: spesso, molto spesso, si tratta di autori e di romanzi migliori rispetto a quelli che li hanno preceduti in graduatoria nei singoli premi. Questo, naturalmente, non riguarda il sottoscritto”. Marianna Natale