“Gli abitanti del nostro territorio in questo Natale hanno un desiderio da esprimere a Gesù Bambino: che Papa Francesco venga presto ad Asti per visitare i luoghi della sua famiglia. Sicuramente sarebbe un dono graditissimo, per tutti. Ovviamente non sappiamo se questo desiderio potrà essere realizzato, ma sappiamo per certo che ci sono modi alternativi di accogliere il Santo Padre. Per esempio è accoglienza autentica quella di accettare e mettere in pratica i suoi insegnamenti e le sue indicazioni, oppure comprendere e assimilare quello stile gioioso che lo caratterizza e tanto ce lo fa sentire vicino. In particolare il tempo natalizio sottolinea il grande affetto del Santo Padre verso i piccoli, i sofferenti, i malati … in una parola verso i poveri. Del resto il Vangelo ci insegna che accogliere un povero è ancor più importante che accogliere il Papa, perché ogni gesto di bontà fatto agli affamati, assetati, ignudi, forestieri, malati o carcerati è fatto direttamente al Signore Gesù. Questa breve riflessione mi suggerisce che c’è un modo sicuro per anticipare l’eventuale accoglienza fin da questo periodo natalizio, riservando una particolare attenzione ai poveri, che Bergoglio dimostra di amare con affetto tutto particolare. Proprio nella giornata di oggi ho saputo che parecchie persone stanno cercando un rifugio dal freddo di queste lunghe notti invernali. Un istituto religioso molto sensibile ne ha accolti due, ma sarebbe importante che la comunità cristiana fosse capace di attivare una struttura da mettere a disposizione di quanti non dispongono di una fissa dimora. Io sono certo che Papa Francesco lo gradirebbe ben più che tante manifestazioni di affetto nei suoi confronti. Non riesco a sapere se si potrà realizzare questo sogno che da qualche tempo sto condividendo con alcune persone, ma credo che in questo periodo storico di grande difficoltà sarebbe molto significativa la disponibilità delle famiglie cristiane a qualche forma di accoglienza, anche non troppo clamorosa, secondo le proprie possibilità. Si potrebbe spaziare dalla semplice offerta a chi chiede un aiuto, alla collaborazione per offrire un pranzo di festa, al farsi carico di una famiglia bisognosa. La forma più risolutiva di intervento a favore dei poveri sarebbe la capacità di cercare e offrire loro un posto di lavoro. Ci auguriamo che torni presto il tempo in cui c’era lavoro per tutti, ma per ora l’invito è quello di affidare i grandi problemi della vita sociale alla sensibilità e alla solidarietà. Per questo prego il Padre del cielo: Donaci occhi per vedere le necessità di chi ci sta intorno. Sarà il modo più vero di accogliere il Figlio di Dio, che si è fatto povero con noi e di garantire a Papa Francesco che non solo siamo capaci di ammirarlo, ma veramente cominciamo a comprendere l’insegnamento che ci offre”. + Francesco Ravinale