“Pensabene dice bene, ma non dice tutto. Vorrei completare la storia: dall’inizio. Il primo tentativo per costruire un palasport fu proposto quando ero un giovane assessore ai lavori pubblici con il sindaco Berzano. Ingenuo e pieno di entusiasmo, non credevo che qualcuno volesse farmi le scarpe proprio su una cosa del genere. Comunque, vincendo attacchi di ogni genere, compresi i manifesti del partito comunista affissi alla Way Assauto ”Galvagno sei un servo della Saclà” (la squadra di pallacanestro era sponsorizzata da quell’azienda e veleggiava verso la serie A) nonché quelle dei quattro consiglieri comunali democristiani dell’Ave Maria (dal titolo di un film dell’epoca) riuscimmo ad approvare il progetto del un nuovo Palasport, 3500 con posti con ampi spazi per tutte le attività. Era il coronamento di un sogno. Purtroppo le avversità politiche ebbero la meglio e fecero abortire il progetto. Il sindaco dichiarò: se non passa adesso, non passerà mai più. Infatti! Ma tentammo ancora. Io ero diventato sindaco, Guglielmo Tovo presidente della provincia. Fu istituito un Consorzio per il Palasport presieduto dall’avvocato Alberto Pasta e altri. Niente da fare, tra ricorsi e carte bollate anche quest’iniziativa abortì. Il tentativo fu ripreso con altri sindaci. Ultimamente sembrava tutto a posto, ma l’impresa che aveva vinto l’appalto ha dato forfait. E adesso? Il problema è quello di tentare il recupero finanziamenti a suo tempo ottenuti assegnandoli su un nuovo progetto adattato alle esigenze e ai tempi attuali realizzando un impianto che soddisfi le esigenze dello sport di base, le scuole, le società sportive, le famiglie e il costo di gestione sia sostenibile dalla città. Su questo sono d’accordo con Pensabene. Questa d’altra parte era la nostra decisione finale e naturalmente auguriamo all’Amministrazione comunale di portare a termine questa iniziativa che sentiamo anche come nostra”. Giorgio Galvagno