Ondesferiche, l’associazione astigiana che si occupa di musica, eventi e comunicazione, compie 10 anni e promette una bella festa di compleanno che si terrà al Diavolo Rosso di Asti giovedì 10 aprile, ospitando alcuni degli artisti che hanno incrociato il proprio percorso con quello del “piccolo atelier di arti soniche”.
A partire dalle 21.30 Alexander Macinante, Elisa Casile, Dado Bargioni, Simone Poncino, Federico De Martino e altri musicisti si alterneranno sul palco per una serata ricca di sorprese speciali, con l’attrice Chiara Buratti a guidare il pubblico in un viaggio tra musica e parole.
Con Alexander Macinante abbiamo ripercorso i momenti salienti di questa decade. Con quali intenzioni nasceva l’associazione e come si è trasformata nel tempo? “Ondesferiche è nata dal desiderio di un gruppo di artisti provenienti da esperienze e ambienti del tutto differenti di unire le forze e dare risalto alla nostra musica, portandola anche fuori dai confini cittadini . Oltre alle produzioni in vari ambiti, dal rock indipendente all’elettronica, passando per il pop e il jazz, ci siamo interessati anche all’organizzazione di eventi, e abbiamo esordito in questo campo con un’idea un po’ folle, ovvero riportare in Italia dopo molti anni di assenza l’icona del pop inglese Howard Jones. Ci siamo riusciti nel settembre del 2004 con un grande concerto al Teatro Alfieri che ha richiamato fans da tutta Italia e ha dato il via a una lunga collaborazione, sfociata nella pubblicazione del cd “Revolution of the heart”. Ripensando al fatto che il suo album del 1985 “Dream into action” è stato uno dei primi che ho comprato da ragazzino risparmiando sulla paghetta, è stata una bella soddisfazione. Con il tempo ci siamo occupati anche di scouting di artisti emergenti, comunicazione, corsi, sonorizzazioni per mostre e concerti-spettacolo pensati per festival, club e teatri”.
“Difficile per me scegliere, ce ne sono moltissimi. Tra questi sicuramente avere il privilegio di lavorare con Giorgio Faletti, che ritengo un maestro eccezionale e un bell’esempio di continua ricerca artistica e di grande curiosità verso il nuovo; aver collaborato con la cantante americana Miriam Stockley, già vocalist per mostri sacri come Freddie Mercury e Brian May dei Queen; essere tra i finalisti di Sanremolab 2008 con Elisa Casile, partecipando anche a una trasmissione Rai con Paolo Bonolis; portare in Italia per la prima volta Nik Kershaw, che negli anni 80 ha dominato le classifiche con brani come “The riddle” e “Wouldn’t it be good”, un altro degli eroi musicali della mia infanzia. E a proposito di eroi, quando nel 2010 abbiamo presentato a Passepartout il concerto “Inside – il suono della Berlino divisa” dedicato alla trilogia berlinese di David Bowie, vedere l’evento segnalato sul sito ufficiale del cantante inglese è stata un’enorme soddisfazione”.
“Asti è una città che può contare su tante persone piene di idee, entusiasmo e voglia di fare, e credo che oggi sia più ricettiva che mai e che ci sia la possibilità di sfruttarne a pieno le potenzialità. Noi abbiamo sempre cercato di valorizzare i giovani talenti locali ed essere aperti alle collaborazioni anche con realtà di altre città, in modo da farli uscire dai nostri confini. Inoltre, portando qui diversi artisti internazionali abbiamo richiamato pubblico da tutta Italia, e in alcuni casi anche dalla Svizzera e dalla Francia, e sicuramente questo ha avuto una ricaduta positiva sul territorio. Quello che possiamo fare noi è solo una goccia nel mare, sia chiaro, ma tante gocce, messe insieme, alla lunga possono formare un’onda animata dalla passione e dalla voglia di costruire”.