E’ con Fermo Tralevigne che si parla de “Il Bacialè”, giallo uscito il 21 settembre scorso e ambientato nella Langa astigiana degli anni sessanta, quando fra le nostre colline non era ancora arrivata la Tv e in paese il passatempo preferito era ritrovarsi con gli amici a giocare a carte. Autore ed editore del libro, Fermo Tralevigne attinge ai ricordi d’infanzia per disegnare la Val Nissola e le storie dei suoi abitanti, e alla fantasia (forse anche a qualche suggestione letteraria di provenienza sudamericana) per collocare in alto, a dominare i pendii, il paese immaginario di Borgoriondo. Che per intervistare Fermo Tralevigne si debba comporre il numero di telefono di Franco Testore, e che con il primario di oncologia al Cardinal Massaia Fermo Tralevigne condivida le iniziali di nome e cognome, è una storia a parte. “Questo libro si basa su esperienze reali – ci racconta l’autore – dell’epoca in cui vivevo con i miei genitori vicino a Canelli, in un paese in cui c’erano molte donne calabresi che raccontavano a me a mia madre le loro storie. E nasce anche dal mio modo di vedere le persone, dalla mia convinzione che ognuno abbia una storia da raccontare ma troppo spesso manca il tempo per fermarsi ad ascoltarla”. Da dove prende le mosse il giallo? “Il libro racconta i tre giorni di indagini del maresciallo Scarcella alla ricerca di un abitante del paese misteriosamente scomparso. Calabrese di origine, di stanza a Borgoriondo, Scarcella ha sposato una ragazza piemontese e senza volere si è ritrovato a fare il combinamatrimoni, il bacialè, assortendo coppie e combinando a distanza 15 matrimoni tra giovani locali e altrettante ragazze calabresi. Le ragazze calabresi arrivano tutte insieme, da San Cosimo della Sila, portando una ventata di novità nel paese chiuso e refrattario. Narrativamente, l’indagine è la cornice che guida il maresciallo a interrogare i compaesani casa per casa, cascina per cascina: ogni stazione è un racconto, un aneddoto, un ricordo dei miei anni in collina”. Storie di persone qualunque, ognuna delle quali svela qualcosa di speciale… “Da lettore sono sempre infastidito dai protagonisti eccezionali: l’eroico giornalista che porta a galla verità impensabili, l’avvocato di grido divorziato quattro volte. Il mio libro è dedicato alle persone normali le cui vite, lungi dall’essere inutili, fanno spesso da contrappeso al mondo. Così, nella realtà dei fatti, è esistito un maresciallo bacialè, come un parroco che si è messo a fare il cantoniere: persone che sono diventare speciali per necessità, senza intenzione”. C’è un nuovo libro nel cassetto? “Qualche idea c’è. Però sono stato impegnato su questo libro quattro o cinque anni, e per ora non riesco a pensare ad altro. Sono concentrato su questi personaggi a cui mi sono affezionato e che adesso che stanno arrivando sotto gli occhi dei lettori spero si comportino bene, facciano una bella figura”. Marianna Natale